
“In tale articolo" – precisa il legale dei due consiglieri - "si riporta come vero un fatto falso, che non è stato provato e che anzi è stato energicamente smentito dai miei clienti, senza dare conto che i suddetti consiglieri hanno fermamente ribadito di essersi limitati ad esercitare il loro diritto di voto e che in alcun modo tale gesto poteva essere inteso come richiamo alla simbologia fascista”.
"È doveroso ricordare" – prosegue la rettifica - "che nella medesima riunione consigliare, i miei clienti, così come tutti i Consiglieri presenti, avevano lungamente e convintamente applaudito al momento del ricordo delle vittime della persecuzione nazi-fascista contro gli ebrei. D’ altra parte, il vissuto della Signora Valeria Amadei, il fatto stesso che nella sua famiglia sia presente chi ha sofferto la deportazione e l’ impiego come lavoratore-schiavo nell’ industria nazista, è la prova più evidente del suo non potere essere fascista, per cui risulta ingiurioso rappresentarla come persona reazionaria, prevaricatrice, totalitaria e sovvertitrice dell’ ordine democratico."
"Come i miei clienti hanno già dichiarato" – conclude il legale - "si sono limitati ad alzare la mano per esprimere il loro voto ed in alcun modo tale gesto poteva essere inteso come richiamo alla simbologia fascista”.
IL COMMENTO
Salis, quanto conta la bellezza in politica?
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia