cronaca

La marcia di Repubblica Nomade, cinquanta cittadini in marcia lungo i simboli dei fatti del 2001
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A piedi sotto il sole dalla caserma di Bolzaneto, in Val Polcevera, e sino in piazza Alimonda, alla Foce, e poi alla scuola Diaz di via Cesare Battisti, ad Albaro, dove arriveranno solo a tarda serata.

Tanti chilometri, una quindicina, ore di cammino su marciapiedi e strade, fra auto e pedoni, con sosta sotto il ponte San Giorgio nato al posto del Morandi.

Cinquanta cittadini della Repubblica Nomade di ogni parte d'Italia e pure artististi videomaker arrivati da New York, partiti alle 16.30 di oggi, 19 luglio, hanno toccato i luoghi simboli delle violenze del G8 del 2001 e fatto tappa anche sotto il viadotto autostradale della vergogna.

Un cammino lento, per riflettere, a 20 anni di distanza, sulla necessità sempre più urgente di immaginare e di costruire "un altro mondo", ripartendo dai temi e dai valori già indicati allora per aprire nuove prospettive verso un futuro equo e solidale".

Una Repubblica in viaggio, quella Nomade, che alle 20 ha fatto anche tappa alla stazione ferroviaria di Principe, per aspettare altri camminatori, e poi riprendere il cammino tutti insieme verso piazza Alimonda e la Diaz.

Ad ogni tappa letture, come quelle degli studenti del liceo classico d'Oria
davanti alla caserma di Bolzaneto, a inizio percorso, partenza avvenuta senza nessun contatto con gli agenti del reparto mobile.

Nessun poliziotto è uscito dalla caserma, e nessun "nomade" ha bussato. Come da programma e senza polemiche. In quella caserma, fra gli altri, fra gli oltre trecento agenti che vi lavorano, c'è anche Riccardo Gazzaniga, agente ma anche un lucido scrittore.

Ma i camminatori, ovviamente, non erano lì per i poliziotti bensì per il simbolo che quel luogo di torture ai manifestanti fermati rappresnta dopo il 2001.

"Un altro mondo è possibile" era lo slogan delle manifestazioni al G8 di Genova di vent'anni fa, un altro  mondo è necessario è invece la sintesi di quanto oggi stiamo vivendo, in un pianeta ecologicamente allo  stremo e segnato da insopportabili ingiustizie" ha spiegato  Alessandra Licheri, portavoce di Repubblica Nomade, nel  suo decimo anno di attività, di organizzare un cammino che nei giorni scorsi ha unito Sant'Anna di Stazzema, in Toscana - luogo della strage nazifascista del '44 - con la città che nel 2001 fu teatro di una "violazione di massa" dei diritti umani e civili.

Repubblica Nomade è uno spazio di riflessione e azione: "Giorno per giorno - spiega Licheri -, fra il primo e il 18 luglio, abbiamo camminato per tenere saldo il nesso fra la memoria e il nostro presente e futuro, in uno sforzo di  immaginazione e non rassegnazione. La tutela della dignità della persona è al centro dei nostri pensieri, come  il rifiuto della violenza. Lungo il cammino, luogo per luogo, abbiamo affrontato questioni sociali e  ambientali del momento, con visite guidate e incontri con singoli e associazioni".

"Oggi il cambiamento è urgente e sarà possibile solo attraverso la partecipazione popolare - spiega  Licheri - Siamo a Genova  con questo spirito, coscienti che nel 2001 le violenze e gli abusi di potere colpirono un movimento che aveva  buone ragioni e giuste aspirazioni. Ragioni e aspirazioni che non vogliamo dimenticare e anzi riprendere e  rilanciare in un mondo che nel frattempo è cambiato, ma non in meglio.

La marcia da Bolzaneto alla scuola Diaz, toccando i luoghi simbolo delle giornate del luglio 2001, è un altro segnale che "un nuovo mondo è necessario".