
Ma se da Palazzo Tursi filtrano voci secondo le quali, l’attesa del Comune sarebbe legata a ‘lavori in corso’ negli studi degli avvocati che devono mettere a punto la strategia legale sul fronte della richiesta dei risarcimenti, c’è chi dall’opposizione mette pressione. Il movimento 5 stelle, dopo aver chiesto (invano) al sindaco di esprimersi in Consiglio Comunale, ora è pronto a diffondere un parere legale firmato dall’avvocato Daniele Pomata, che mette in evidenza i rischi di un’attesa prolungata.
Il parere è riferito all’opportunità di esercitare la costituzione di parte civile nel processo originato dal crollo del Ponte Morandi. Ed evidenzia che andare oltre la prima udienza di metà ottobre “comporterebbe certamente altissimi rischi per la costituenda parte civile” e che “si rischia concretamente di non potere azionare la costituzione di parte civile nei confronti di quegli imputati che, ad esempio, opteranno per un rito alternativo”.
Ancora si lavora sul campo delle ipotesi ma non è folle ipotizzare che gli imputati ‘eccellenti’ di questo processo, a partire dall’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, possano optare proprio per il rito abbreviato.
Nel parere legale vengono anche evidenziati i rischi di una scelta che sarebbe al vaglio del comune di agire in sede di processo civile. Secondo quanto espone l’avvocato Pomata, ci sarebbero comunque forti rischi di “sospensione del processo civile in attesa degli esiti di quello penale” e che sarebbe una strada “di estrema complessità tecnica e onerosissima per chi agisce”.
E’ anche vero che al momento nessuno dal Comune di Genova ha mai esposto una tesi secondo la quale l’attesa sulle decisione legate alla costituzione di parte civile potrebbe protrarsi oltre l’inizio del processo. Ma è pur vero che il silenzio di Tursi resta un’enigma difficile da spiegare.
IL COMMENTO
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