cronaca

Progetto di "geocatching", esplorazione tramite Gps o app
1 minuto e 29 secondi di lettura
 Si chiama "geocaching" ed è l'evoluzione tecnologica della caccia al tesoro: un modo per esplorare il territorio andando alla ricerca di luoghi interessanti tramite GPS o applicazioni da scaricare sul cellulare. Nell'accezione studiata dall'Acquario di Genova attraverso il progetto LIFE Claw servirà a diffondere la conoscenza del gambero di fiume italiano.

"Il Geocaching - si legge in una nota dell'Acquario - parte dal web, dove si reperiscono informazioni e coordinate geografiche del punto da raggiungere, e continua negli ambienti reali per scoprire la geocache, ovvero un piccolo contenitore con del materiale informativo, dedicato in questo caso ai gamberi di fiume, e un diario che raccoglie la traccia di ogni passaggio. Per il progetto Life Claw le prime cache sono state nascoste nel territorio di Fontanigorda, una tradizionale località di villeggiatura per i genovesi, che si trova ad una cinquantina di chilometri dalla città".

Chi vuole partecipare all'attività si deve registrare gratuitamente con nickname, password e indirizzo mail al sito www.geocachingitalia.it.

A proposito del gambero di fiume, proprio a fine luglio all’interno del Padiglione della Biodiversità dell'Acquario di Genova era arrivata una nuova vasca per presentare ai visitatori il gambero d’acqua dolce e il progetto Life Claw per la sua conservazione.

I visitatori ora possono conoscere il gambero di fiume italiano, le cause che ne minacciano la sopravvivenza e la necessità di tutelarlo. L'Austropotamobius pallipes è una specie autoctona (nativa), la cui sopravvivenza è gravemente compromessa a causa della crescente antropizzazione degli ecosistemi acquatici e dell’introduzione di specie alloctone (non native) invasive. Nello specifico, i gamberi alloctoni invasivi costituiscono una forte minaccia, in quanto portatori asintomatici della peste di gambero, una malattia responsabile della rapida diminuzione delle popolazioni autoctone.