cronaca

Luciano Alessi della residenza Santa Dorotea: "Sono in quarantena e stanno quasi sempre rinchiusi in camera"
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Felici di essere in Italia, e Genova, ma ancora spaventati e provati dal lungo viaggio che da Kabul, grazie al ponte aereo, li ha portati a Roma e poi in pullman a Ventimiglia  e quindi in via Liri, nel quartiere genovese di Albaro, nella residenza Santa Dorotea.



I primi otto afgani giunti a Genova non aprono neppure le persiane delle finestre al primo piano della struttura dove sono ospiti. Unica eccezione quando uno degli adulti, molto giovane, appare da un terrazzo e lancia un saluto al cronista, come si vede nella foto.

Adesso sono in quarantena
come tutti coloro che arrivano in Italia dall'Asia, poi dopo il tampone, se il responso sarà negativo, potrebbero essere trasferiti nell'ex seminario del Righi, sulle alture di Genova.

In Liguria sono circa duecento gli afgani arrivati da Roma
dopo il ponte aereo fra Kabul e l'Italia. Per tutti il primo punto di approdo sono state le strutture della Croce Rossa di Ventimiglia: da lì vengono assegnati nelle varie province e nei Comuni, anche in base alla decisione della prefettura e la disponibilità degli amministratori. Marco Bucci, il sindaco di Genova, è stato fra i primi a dirsi disponibile di ospitare i profughi che scappano dai talebani.

"I nostri otto ospiti - spiega Luciano Alessi, amministratore della Votto Alessi
a cui fa capo la residenza Santa Dorotea - sono arrivati nella notte fra mercoledì e giovedì grazie alla Protezione Civile, il nucleo è composto da una famiglia, i due genitori e due figli, tre giovani maggiorenni e un trentenne. Siccome alcuni di loro in Patria hanno avuto esperienze nei servizi segreti ora hanno paura di ritorsioni dai talebani e preferiscono rimanere nell'anonimato".

Si era sparsa voce che l'arrivo dei profughi ad Albaro avesse innescato una gara di solidarietà
da parte dei genovesi con l'invio di abiti e altri generi per gli afgani, Alessi però smentisce, "in questo momento visto che sono in quarantena nessuno può avvicinarsi, ma non ci risulta che alcuni abitanti abbiano lasciato abiti o altro per i nostri profughi arrivati da Kabul".