cronaca

Il tratto costruito negli anni Trenta del secolo scorso dimostra tutta la sua età
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All’interno dell’ultimo libro firmato dallo scrittore e musicologo Sergio Teddy Di Tonno sul valore della periferia dell’immediato entroterra alle spalle di Genova c’è anche una fotografia relativa ai periodi immediatamente successivi all’inaugurazione dell’avveniristico autogrill di Ronco Scrivia. Un’immagine di sfarzo perduto al pari dell’intera rete autostradale ligure che, nel frattempo, non solo ha perso splendore, ma è diventata pure assai pericolosa. I pedaggi gratuiti non leniscono i terribili disagi, tuttavia, ammettono una situazione non normale che prosegue da anni e destinata a proseguire per lunghi periodi.

Per esempio, si viaggia gratis da Genova ad Albisola. Peccato che dal capoluogo a Busalla si paghi 1.30 (1.70 Ronco e 2.20 Isola del Cantone) nonostante code infinite nel cantiere A7 sotto l’abitato di San Cipriano a Serra Riccò. Ennesima presa in giro senza fine e ulteriore schiaffo all’entroterra genovese. Peraltro, quello del Secca rappresenta uno dei comuni più lacerati dallo storico passaggio della camionale e, tuttora, non trova neppure parziale mitigazione con l’installazione di adeguate barriere fonoassorbenti e a tutela dell’impatto visivo. Storie analoga a molti contesti genovesi – ad esempio Bolzaneto - nonostante le reiterate missive del sindaco di Serra Riccò, Angela Negri.

Tuttavia, all’interno del Comune di Genova, un altro aspetto passa sottotraccia. Riferimento, lo stato di alcuni viadotti o ponti della viabilità cittadina. Dopo la tragedia di Ponte Morandi, l’attenzione è rivolta in modo doveroso alle autostrade. Il ferro a vista nonché il deterioramento provocato da usura, tempo e manutenzioni evidentemente non efficace pare riproporsi in più contesti. In altri, passerelle pedonali formalmente chiuse e, in realtà, liberamente percorse dall’utenza. Un caso su tutti, il collegamento sul Polcevera, tra la zona Metro di Bolzaneto e Morigallo.