politica

Il giurista genovese arriva ai vertici della finanziaria regionale di diritto privato
3 minuti e 56 secondi di lettura
 Professore universitario di diritto pubblico comparato a Genova e alla Bocconi, avvocato amministrativista, nel privato maratoneta ("Mi sveglio ogni mattina alle 5 per andare a correre in corso Italia"), Lorenzo Cuocolo, 46 anni, è stato appena nominato presidente della Filse.

- Presidente, che cosa è esattamente Filse?

"Filse è una società per azioni di diritto privato, formalmente privata ma a controllo pubblico: in pratica è lo strumento che, secondo le regole del diritto privato, ha la Regione per intervenire nello sviluppo economico del territorio. Non è una banca in senso proprio, ma semplificando all'estremo è una cassaforte, attraverso la quale transitano denari pubblici, compresi i fondi europei e quelli del PNRR. Conosco bene da tempo alcuni dei nuovi consiglieri, è un cda di altissimo profilo, sono molto felice di cominciare con loro, io coordinerò i lavori di un organo a guida collegiale, con tante voci e competenze diverse, secondo un bell'equilibrio di genere".

- E' luogo comune che l'Italia non spenda i fondi europei e versi più di quanto riceve: in Liguria tocca a Filse allocare risorse e scegliere chi finanziare?

"E' una responsabilità importante e grande, devo dire che Filse nel passato è sempre stata una società virtuosa e la Liguria ha sempre speso i fondi europei ricevuti. E' uno strumento tecnico e non politico, al servizio delle istituzioni per realizzare al meglio obiettivi di pubblico interesse".

- Si profila un nuovo modello per Filse, in vista della partita del PNRR che porterà molto denaro sul territorio a finanziare per esempio porto, riparazioni navali, nuova diga foranea, elettrificazione delle banchine?

"Si tratta di un modello in larga parte declinato da istituzioni europee e governo: la parola chiave è sostenibilità: ambientale ma anche sociale. Quindi è importante che i nuovi fondi siano destinati prioritariamente a imprese e aziende che si propongono livelli alti di sostenibilità ambientale e sociale. Questa è la sfida che a mio parere le finanziarie regionali si dovranno porre e le banche private si sono poste, dal momento che le istituzioni europee a partire dalla banca centrale hanno prescritto ai grandi istituti di credito di finanziare solo chi realizza determinati standard di sostenibilità, per non sprecare lo sviluppo verso modelli diversi. Sarà molto importante non dare contributi a pioggia, non farsi irretire dalle sirene del consenso immediato ma cercare di sviluppare politiche contributive che diano effetti di lungo periodo".

- Arriva il Nautico, che comporta anche aspetti di sicurezza legati all'accesso degli spettatori.

"Il Nautico è un motivo di orgoglio per la Regione e la città, Marina Stella Alessandro Campagna e Saverio Cecchi hanno fatto un ottimo lavoro: vedremo un grande Salone, malgrado i problemi legati al Covid e i lavori in corso di riqualificazione dell'area ex Fiera. Avendo seguito la parte legale, posso dire che i visitatori potranno andare sereni".

- A proposito di norme Covid, di cui si discute sulla compatibilità con Costituzione e leggi: il Green Pass è una limitazione?


"E' una limitazione di alcune libertà riconducibili all'art. 16 della Costituzione ma prima del green pass eravamo chiusi in casa, con vincoli assai più intensi. Si tratta di una limitazione minima per consentire al paese di riprendere. Teniamo presente che i diritti non sono mai assoluti, non possiamo pensare di fare sempre quello che vogliamo, per ora sulle norme vigenti credo ci sia ragionevolezza".

- Si fa tanto di parlare di obbligo vaccinale. E' giuridicamente possibile?

"Sarebbe possibile, perché l'art. 32 prevede i trattamenti sanitari obbligatori nel quadro di una riserva di legge. Ci sono tanti altri vaccini obbligatori, previsti da una legge. Il tema è che un trattamento sanitario obbligatorio si può fare solo se serve a tutelare salute della collettività: qui mi sembra che rientriamo nella fatispecie prevista dalla Costituzione. Il tema della incertezza circa gli effetti del vaccino sta perdendo mordente, perché rispetto ai mesi scorsi sono state effettuate miliardi di vaccinazioni nel mondo con chiarissima dimostrazione che benefici sono straordinariamente superiori ai rischi per la fascia dai 18 anni in su. Qualche precauzione in più può riguardare la fascia 12-18, peraltro quella meno colpita".

- Circola la tesi che il governo non propone legge sull'obbligo vaccinale perché non vorrebbe assumersi la responsabilità civile di eventuali casi avversi.

"E' una classica "fake news" che purtroppo gira moltissimo sui social. In realtà la Corte Costituzionale si è già pronunciata molto prima del Covid sull'eventuale indennizzo dello Stato legato agli effetti di vaccini sia obbligatori o raccomandati. E' quindi falso che il governo non abbia finora deciso l'obbligo sulla base di tali considerazioni".