cronaca

In arrivo sanzioni e multe per aver prorogato la concessione a una controllata di Aspi
2 minuti e 4 secondi di lettura
Il rinnovo delle concessioni autostradali ad Autostrade per l'Italia finisce nel mirino dell'Ue. La Commissione Europea ha infatti deciso di inviare una lettera di messa in mora all'Italia. Secondo Bruxelles l'Italia ha violato le normative di rinnovo concessione previste in Ue andando nei fatti contro la normativa in vigore in materia di appalti pubblici e contratti di concessione. L'Italia in passato ha prorogato la durata delle concessioni autostradali senza l'avvio di procedure di gara

Secondo il diritto dell'Ue, la proroga di un contratto di concessione equivale a una nuova concessione, che può essere aggiudicata solo mediante una procedura di gara. L'Italia ha due mesi per rispondere alla Commissione, oppure Bruxelles può deferirla alla Corte di giustizia dell'Ue chiedendo sanzioni e multe.

Tutto parte dalla proroga alla concessione data dall'Italia alla Società Autostrada Tirrenica controllata al 99% da Autostrade per l'Italia della famiglia Benetton. La proroga della concessione è stata accordata nel 2009, per il periodo dal 31 ottobre 2028 al 31 dicembre 2046, per la tratta Livorno-Cecina dell’autostrada A12 Livorno-Civitavecchia.

Nel settembre del 2019 una sentenza della Corte di giustizia dell'Ue ha accertato che il modo di operare, con le proroghe sulle concessioni autostradali, da parte dell'Italia violava la direttiva 2004/18/CE. Due anni dopo però nulla sembra cambiato e allora l'Ue ha deciso di intervenire con una lettera ufficiale destinata alla scrivania del Governo italiano.

Nel frattempo prosegue il percorso di acquisto di Autostrade da parte di Cassa depositi e prestiti gestito dallo Stato. Il consorzio composto da Cdp Equity, Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Asset Management che hanno raggiunto l’accordo con Atlantia per l’acquisizione dell’88,06% del pacchetto azionario di Autostrade per l'Italia. Il valore totale dell'acquisizione è di 7,9 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi destinati alla famiglia Benetton. Di fatto soldi pubblici che finiranno direttamente nelle casse dei soci di chi deteneva anche la gestione di ponte Morandi a Genova crollato il 14 agosto 2018 spezzando la vita di 43 persone.

Un accordo che prevede anche una transazione tombale per ogni genere di danno passato, presente e futuro. Fino a 150 milioni di danni ne risponderanno i vecchi azionisti; da 150 a 450 verranno divisi in parti eguali tra vecchi azionisti e lo Stato; da 450 in su ne risponderà solo lo Stato Italiano. Il tutto mentre la Liguria ormai sa che dovrà convivere per i prossimi anni con i continui cantieri, chiusure e relative ore di coda e di lavoro perse a causa delle mancate manutenzioni effettuate da chi gestiva le autostrade.