
Secondo l'organo di ultima istanza della giustizia amministrativa, “la sentenza appellata ha correttamente applicato principi in materia di pubblici concorsi, intesi ad assicurare ai partecipanti il rispetto dei principi della trasparenza, dell’imparzialità e della legalità”.
Il ricorso si basava su un vizio di forma: i fogli del test di preselezione mancavano del timbro e della firma di un membro della commissione. Un dettaglio che a detta dei magistrati invalida la procedura.
Dei 6mila partecipanti per 274 posti si erano presentati alla preselezione circa 3.700. Alla prova scritta (una serie di quiz a risposta multipla) si erano qualificati circa 2.600 aspiranti.
Adesso Alisa dovrà indire un nuovo concorso in base alle procedure dettate dal Consiglio di Stato.
IL COMMENTO
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