
"E' una questione che inizia a essere sia giuridico-processuale sia politica - spiega il sentore Morra -. Nel rispetto delle norme del diritto la politica deve far sentire la propria voce. I cittadini non sono l'ultima ruota del carro. I Benetton hanno una storia imprenditoriale tale da nutrire fan club in tante parti politiche. Spero che tutti abbiano un sussulto di dignità, mi sembrerebbe oltremodo generoso garantire a soggetti che potrebbero essere velocemente condannati per reati dolosi, e non semplicemente colposi, una retribuzione che forse non si meritano". Morra e Crucioli il 18 giugno scorso erano in piazza insieme a tanti Genovesi e non solo per dire no alla trattativa. La tragedia del 14 agosto 2018 non può essere liquidata in questo modo.
Il senatore Crucioli attacca: "Penso che inizino a temere denunce ed esposti che arrivano da me e da altri colleghi. La vicenda è macroscopica. Qui si riempiono di miliardi, non di milioni, soggetti che sono in qualche modo imputati. Miliardi spesi invece di riprendersi un bene pubblico e chiedere il risarcimento. La revoca della concessione avrebbe portato a un dispendio economico minore. Noi abbiamo conteggiato che apporterebbe un costo di 13 miliardi mentre il costo dell'operazione in essere è più di 21 miliardi considerando tutto. Ho chiesto al ministro dell'Economia e finanze Daniele Franco di convocarci. Prima o poi dovranno venire a dirci che i nostri conti sono sbagliati".
Il 15 ottobre il via al processo con la prima udienza preliminare. "Potrebbero farla franca? Mi auspico che di fronte a una situazione come questa non ci sia patteggiamento, non possono esserci sconti - precisa Crucioli -. Ci deve essere l'accertamento di una verità storica, l'accertamento della responsabilità e la pena più rigorosa ed esemplare possibile" conclude il senatore.
IL COMMENTO
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