
"Sono due anni che siamo praticamente anestetizzati L'arrivo della pandemia, di un virus, gli effetti veri e decantati, ci hanno spaventati. Abbiamo visto carovane di bare, ma non vogliamo entrare nel merito delle cose. Abbiamo accettato misure che non avremmo mai pensato di poter accettare e dal punto di vista dell'informazione, è passata solo quella che giustificava quelle misure". "Tra poco daranno di nuovo il via ai licenziamenti e ci aspetterà una stagione difficile. Con questa giornata di sciopero diamo il via ad una stagione di lotte, che non sono ancora cominciate" Così racconta Maurizio Loschi del Cub Savona, uno dei volti principali dei "no Green pass" savonesi.
Proprio come a Genova tra di loro molti lavoratori di ambiti diversi: insegnanti, sanitari, metal meccanici e molti altri. "Il green pass è una scelta obbligata, quindi non è una scelta. O ti vaccini o ti devi sottoporre ad un trattamento sanitario invasivo, che ti paghi, per due o tre volte a settimana. Tutto questo per ottenere un lascia passare. Il green pass non è uno strumento di controllo sanitario ma di controllo sociale e politico" ha detto una professoressa in corteo.
(Foto d'archivio)
IL COMMENTO
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