“Qualsiasi sciopero che incide nei trasporti delle merci non danneggia solo l’impresa o la compagnia di navigazione, ma danneggia tutto il tessuto sociale -. Spiega Giorgio Bucchioni, Presidente degli agenti marittimi spezzini -. Le diversità si notano: il porto di Triste e quello di Genova hanno un grande traffico internazionale, mentre lo scalo spezzino movimenta per lo più camion di linea italiani, dunque in possesso del green pass. Bisogna accettare i vaccinati sputnik, così come lo stato italiano ha fatto per i residenti di San Marino che hanno interamente fatto il vaccino russo”.
“Tasso di vaccinazione dei lavoratori portuali superiore al 90%, quindi nessuna criticità anche per quel che riguarda l’autotrasporto – aggiunge Francesco Di Sarcina, segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale -. La ripresa della domanda compulsiva post pandemia ha portato a un over flow dei flussi nei vari porti mondiali. Spesso tante navi restano in rada in attesa del proprio turno in banchina. Quindi qualsiasi porto deve gestire in modo disordinato arrivi programmati che hanno accumulato ritardo, aggiungere caos e blocchi in questo momento di ripresa significa poi rischiare di avere gli scaffali vuoti nei supermercati o un rincaro dei prodotti finali”.
“Alla Spezia la situazione è tranquilla il porto si lavora normalmente – conferma il Presidente Confetra Liguria Alessandro Laghezza. - La soluzione a questo problema non è quella di abolire l’obbligo del green pass ma di mettere nelle aree di servizio e limitrofe ai terminal, nei luoghi fruiti dagli autotrasportatori, dei tamponi a prezzo calmierato. Senza prevedere ulteriori oneri per le aziende”.
IL COMMENTO
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