La premessa da non dimenticare mai è che quando a Genova (e in Liguria) si parla di indennizzi di Autostrade, non si parla di soldi regalati ma per l’appunto di indennizzi, per il crollo di ponte Morandi, per i disagi patiti dal territorio, per i danni incalcolabili derivati dalle conseguenze di anni di mancata manutenzione da parte del concessionario sulla rete, che ha avuto come risultato la tragedia del 14 agosto 2018. Questi soldi sono e saranno per sempre macchiati del sangue delle 43 vittime del crollo.
Detto questo, ecco il documento che è approdato per l’approvazione in consiglio comunale, l’Accordo di ristoro tra Autorità di sistema portuale, Regione Liguria, Comune di Genova e Autostrade per l’Italia, per i danni subiti a seguito di ponte Morandi. Il documento è stato presentato per la prima volta questa mattina in commissione e non poteva essere modificato, cosa che ha sollevato le prime critiche dell'opposizione. Lo schema di accordo è passato con il voto favorevole della maggioranza e di Italia Viva. Il M5s non ha votato mentre Pd e Lista Crivello hanno votato contro.
CLICCA QUI PER VEDERE IL DOCUMENTO DELL’ACCORDO AUTOSTRADE PER L'ITALIA-ENTI PUBBLICI SU PONTE MORANDI
ECCO I PUNTI SALIENTI DELL'ACCORDO
Il primo dato è che Genova perderà, in virtù di questo accordo, dieci anni di esenzione dei pedaggi sulla A10, inizialmente previsti fino al 31 dicembre del 2031 (vedi l’accordo Governo – Aspi del 23 settembre 2020). Puff, nel nuovo testo questa esenzione termina il 31 dicembre 2021, a fine anno dunque.
Secondo punto: il tunnel subportuale di Genova, dalla Fiera a San Benigno, viene riesumato d’incanto (o come una maledizione che ogni tanto torna?) al punto B dell’accordo, citato insieme a quello della Fontanabuona, per un totale di 930 milioni di investimenti di Aspi, da cui sarebbe gestito. Sarebbe gratuito a meno che, ipotesi purtroppo molto realistica, non si sfori il tetto dei finanziamenti: in questo caso sarà soggetto a pedaggio.
Inoltre le istituzioni locali si impegnano con questo accordo a rinunciare ad altre pretese economiche nei confronti di Autostrade.
I lavori del tunnel subportuale sono previsti della durata di 8 anni, quindi se tutto andasse bene finirebbero nel 2029-2030.
Nell’accordo si definisce il tunnel “come alternativa alla Sopraelevata la cui sostituzione, al di là della convenienza del tracciato (…) si impone nel breve-medio termine anche per obsolescenza materiale e statica (…)”. Insomma, si dice che la sopraelevata è in avanzato stato di degrado di travi, cassone in acciaio e solette, in particolare le parti metalliche, dovuto a diversi fattori tra cui l’atmosfera salmastra.
Ma come, ora ci viene detto che la Sopraelevata non è sicura? Che magari potrebbe crollare? E fino a oggi andava bene? Qualcuno già pensa che non sia casuale questa analisi, ma sia fatta ad hoc proprio per convincere della bontà del tunnel subportuale che rischia di essere una opera vana, troppo impattante a livello di cantieri e quindi in concreto non realizzabile.
ECCO LA STORIA DEL TUNNEL SUBPORTUALE
cronaca
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Previsto il tunnel subportuale ma fra 8 anni e con pedaggio se si sfora il budget
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