La statua non è stata scolpita su iniziativa del Comune ma commissionata e donata alla città dal principe Domenico Antonio Pallavicino, presidente della fondazione che prende il suo nome: “Pallavicino ha compiuto un vero atto principesco – ha detto nel suo intervento nel corso dell’inaugurazione Vittorio Sgarbi, direttore della fondazione Pallavicino – essendo la nostra una fondazione privata che non deve rispondere a nessuno se non a sé stessa, abbiamo potuto scegliere liberamente lo scultore che realizzasse l’opera”.
Nella statua che raffigura Paganini c’è tutta la visione dell’arte contemporanea di Vittorio Sgarbi: “Non volevo che Paganini assumesse qualche strana posa, che fosse magari realizzato in forma astratta come per certa arte contemporanea sembra inevitabile, il maestro Scarpella ha fatto perciò un lavoro egregio, in qualche misura classico ma molto attento all’anima del compositore; il corpo resta quasi in secondo piano, il Paganini raffigurato in questa scultura è dinamico, scattante, esattamente com’era lui in vita”.
Sgarbi ha ricordato la figura di Paganini, “uomo dal grande coraggio e dallo straordinario temperamento: la celebre frase ‘Paganini non ripete’ fu pronunciata dal compositore proprio nei confronti di Carlo Felice”. La storia, infatti, narra del gran rifiuto paganiniano del febbraio del 1818 al teatro Carignano di Torino, quando il maestro, sollecitato dal Duca di Savoia a ripetere un brano, rispose di non volerlo fare.
La statua dedicata a Niccolò Paganini è visibile di fronte al teatro Carlo Felice, sotto il portico in corrispondenza dell’ingresso dell’auditorium Eugenio Montale.
IL COMMENTO
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