cronaca

La merce era prodotta in Cina su ordine di una società tedesca
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 Oltre 330 mila dispositivi medici sequestrati, pronti ad essere immessi nel mercato o destinati ad istituti sanitari pubblici: è questo il bilancio delle attività di servizio condotta dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza della Spezia, congiuntamente ai funzionari dell’Ufficio Antifrode della Dogana, a seguito di un’ispezione di merce proveniente dalla Cina.


I risultati ottenuti sono il frutto del monitoraggio, svolto dal team costituito da Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane, teso al controllo di spedizioni a rischio provenienti da paesi UE ed extra UE nel porto spezzino, per arginare l’immissione in commercio di presidi sanitari con caratteristiche qualitative non rispondenti alle norme previste.


Più nel dettaglio, i finanzieri del Gruppo di La Spezia ed il personale della locale Dogana hanno accertato che i dispositivi medici di classe 2, in particolare cannule per flebo, stavano per essere immessi in commercio sul territorio italiano e destinati al settore sanitario con la mendace indicazione del luogo di fabbricazione; le confezioni riportavano, in più parti ed in modo palesemente decettivo, le diciture Hamburg Germany (con chiaro richiamo alla omonima città tedesca) e nessun riferimento al reale luogo di produzione.


La merce, infatti, era prodotta in Cina su ordine di una società tedesca (che aveva sede proprio ad Amburgo) la quale, a sua volta, l’aveva ceduta ad una società del bresciano, che ha espletato le formalità doganali quale destinataria finale della spedizione. Due soggetti, di cui un imprenditore tedesco, sono stati denunciati alla locale A.G. per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci in combinato disposto con l’art. 2 dell’accordo di Madrid sulla repressione delle false o fallaci indicazioni di provenienza.

(Immagine d'archivio)