"Vedere le macerie del Morandi è sempre un'emozione forte di una tragedia che ha segnato tantissimi cittadini genovesi, tante famiglie ma anche chi non è genovese come me. Il pensiero va soprattutto a chi si è trovato lì nel momento sbagliato, alle vittime, innocenti, e ai loro familiari".
Quello che abbiamo davanti non è un colonnello della guardia di finanza, ma l'Ivan Bixio che entra in divisa nell'hangar dove sono custoditi i resti di Ponte Morandi è soprattutto un cittadino, un padre. Un uomo che cammina fra gli ammassi dei blocchi di cemento che il 14 agosto del 2018 sono colassati, si sono sbriciolati per l'incuria e hanno ucciso 43 persone.
Incontriamo qui Bixio, il comandante del primo gruppo della finanza che ha diretto le indagini sulla tragedia del Morandi, alla vigilia del suo trasferimento a Reggio Emilia dove dopo quattro anni a Genova è stato promosso e dove dirigerà il comando provinciale.
"L'esperienza di Genova è stata totalizzante, piena, con tante incombenze sulla provincia, tanti uomini e tante mansioni da svolgere. Ci sono stati tanti momenti difficili, compresa la pandemia, ma quello che ha segnato di più è stata la tragedia del Morandi e l'indagine che ne è scaturita".
Un'esperienza su tutte, l'indagine sul Morandi, "difficilissima ma incredibilmente ricca. La documentazione si è spostata tutta sul digitale, quindi abbiamo dovuto utilizzare metodi avanguardistici con l'aiuto della procura. Un altro aspetto eccezionale di un'indagine eccezionale"
Alla domanda perchè per l'indagine è stata scelta la guardia di finanza e perchè proprio il suo reparto del Primo Gruppo, Bixio è sincero:
"Siamo onorati della fiducia che ci è stata data dall'autorità giudiziaria. Noi come forma mentis abbiamo una grande capacità di leggere tra le carte e trovare particolari interessanti. C'era un rapporto di grande fiducia e stima con i magistrati".
Bixio poi ricorda quel tragico 14 agosto del 2018.
"Io ero in ferie a Torino e pochi minuti dopo ho saputo del crollo. Sono subito partito e ho raggiunto i colleghi sul posto a Genova. C'era un temporale fortissimo. Il ponte era appena crollato e non sapevamo se sarebbero potuti crollare altri pezzi, a tutti coloro che si sono attivati per le operazioni di salvataggio va fatto un grande plauso. Il paesaggio era cambiato, c'era una ferita nella val Polcevera. L'impressione era di essere veramente piccoli di fronte a delle macerie così enormi, sapere che c'erano persone lì sotto mi ha colpito molto".
Il detective ricorda l'importanza del reperto B132 del ponte.
"Era nel punto della pila 9 da dove è avvenuto il cedimento. Le risultanze dell'incidente probatorio hanno poi confermato che quel reperto presentava un altissimo grado di deterioramento dei materiali".
"Il video di Ferrometal è stato molto importante perché ha restituito l'immagine del collasso nella sua interezza - prosegue Bixio - Era la settimana di Ferragosto e la maggior parte delle aziende erano chiuse, abbiamo fatto una corsa contro il tempo per recuperare le immagini perché spesso le telecamere di sicurezza passato un certo tempo sovrascrivono le immagini".
Bixio poi ricorda le altre indagini nate dal crollo del Morandi: "E' emerso il tema degli altri viadotti, con rapporti falsificati e lavori negligenti. Oltre all'inchiesta sui viadotti, che ha portato a 19 misure cautelari, ci sono state quelle sulle barriere fonoassorbenti, pericolose e con cedimenti negli anni passati, e quella sulle gallerie che nasce da una tragedia sfiorata, il crollo della galleria Bertè, sulla A26. Tutte queste inchieste hanno portato ad un effetto positivo, nonostante i disagi, ossia mettere mano all'attività di controllo dei lavori"
Alla domanda su perchè gli imputati pur consapevoli del degrado del ponte non sono intervenuti in tempo per evitare la tragedia l'investigatore risponde.
"Le indagini restituiscono una serie di elementi di criticità noti per cui non si è intervenuti in tempo. Erano consapevoli che il ponte avesse problemi. Con i report restituivano un'immagine migliore rispetto alle reali condizioni del ponte per spostare i costi nel tempo e guadagnare di più".
Fra le intercettazioni che più lo hanno colpito Bixio ne cita una: "Mi colpì quella riguardante il ponte Pecetti, ridotto abbastanza male, e si discuteva della possibilità che non reggesse un carico eccezionale. Uno degli interlocutori disse "il Morandi allora non ci ha insegnato niente, continuiamo a fare queste cose". Purtroppo sono tante le intercettazioni di questo tipo".
Bixio si conceda da Genova rivolgendosi ai familiari delle vittime del Morandi che, rivela, ha appena incontrato nella sua caserma, prima di raggiungere l'hangar delle macerie.
"Ai familiari delle vittime mando tutta la nostra vicinanza e speriamo di aver contribuito a fornire quegli elementi che porteranno alla giustizia. Abbiamo agito con competenza ma un pensiero, una missione anche di tipo morale verso le persone colpite da questa tragedia, l'abbiamo sempre sentita. Li abbiamo incontrati, Egle Possetti e altri del comitato parenti vittime, poche ore fa, nel nostro comando dove sono venuti per l'ultimo saluto, ci hanno ringraziato... Queste persone rimarranno colpite da questa tragedia, nessuno gli restituirà i loro cari, ma speriamo che il buon lavoro svolto dalle istituzioni per far luce sulla verità gli abbia fatto sentire la nostra vicinanza".
cronaca
Genova, Bixio: "Le nostre indagini per dare giustizia ai familiari delle vittime del Ponte"
Nell'hangar delle macerie del Morandi con il detective della Finanza titolare dell'inchiesta
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