È stata rigettata dalla corte d'appello di Genova l'istanza di ricusazione del giudice presentata dai legali dell'ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci e altri imputati nell'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi. Il giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari di Giovanni Castellucci, ex Ad di Autostrade, nell'ambito di un filone d'inchiesta parallelo a quello del crollo del ponte, quello dedicato ai pannelli fonoassorbenti. Secondo i legali, con quel provvedimento la giudice avrebbe già espresso una valutazione complessiva sull'operato di Autostrade, fatto che veniva ritenuto come una prova della mancanza di 'equanimità' del Gup.
Almeno sei ex dirigenti di Aspi e Spea sono indagati sia nel procedimento sul crollo del Morandi sia in quello sulle barriere ritenute pericolose. Per i giudici della corte d'appello "non risulta formulata alcuna valutazione sulla responsabilità dei ricorrenti in relazione agli specifici fatti" relativi al crollo del Morandi. Faggioni, sostengono i magistrati che hanno rigettato la richiesta di ricusazione, "si è solo incidentalmente espressa in relazione alla vicenda processuale scaturita dal crollo del ponte". Si tratta, aggiungono, "di procedimenti distinti per fatti diversi. Non ha espresso una valutazione sulla colpevolezza o innocenza degli attuali imputati
A questo punto l'udienza prevista per lunedì 8 novembre proseguirà, ma i legali potrebbero fare ricorso in Cassazione. In merito a questo, si era espressa anche Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime ponte Morandi, augurandosi che "sia una decisione definitiva che faccia partire il processo senza ulteriori stop, siamo preoccupati anche sul numero molto alto di parti civili e speriamo possano essere sfoltite per non inficiare il procedimento" (LEGGI QUI). Nel processo lo scorso 15 ottobre hanno presentato richiesta di costituirsi parte civile la Presidenza del consiglio, il Ministero delle Infrastrutture, il Comune di Genova, Regione Liguria: in totale sono oltre 300 i soggetti che vogliono costituirsi come parte civile, tra cui i familiari delle vittime, diverse associazioni di consumatori e non solo, i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
E proprio a Primocanale l'avvocato Antonio Cirillo, legale della famiglia Battiloro che nel crollo aveva perso il figlio Giovanni, aveva commentato a fine della mattinata: "Il fatto che migliaia di persone siano presenti in questo processo comporta il rischio che questo processo si blocchi. E' giusto che associazioni o che gli sfollati rivendichino il proprio diritto al risarcimento, ma dobbiamo ricordare che qui in questa sede noi stiamo rappresentando la famiglia di un ragazzo di 28 anni morto nel crollo del Ponte, sono due cose ben diverse. Pensiamo soltanto se 50, 100, mille persone si aggiungono a questo processo, rischiamo che per ogni udienza sia necessario fare una sola udienza per l'appello. Chiedo a tutti di fare una riflessione, perché certe rivendicazioni possono essere fatte in un'altra sede".
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Processo Morandi, rigettata la ricusazione del giudice Faggioni
L'udienza di lunedì si svolgerà regolarmente, ma i legali potrebbero fare ricorso in Cassazione
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