Politica

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Arriverà il presidente dell'Autorità Portuale, da Genova o da Venezia, o da qualunque altra repubblica marinara, da Anversa o da Brema, dal sud o dal nord.

Arriverà con le sue capacità ed esperienze e, soprattutto, con i suoi sponsor politici. Ma quello che davvero conterà di più sulle banchine sarà il segretario generale.

Che è un po' come l'amministratore delegato, il super manager, in una grande azienda. Il presidente fa la politica e tiene i rapporti politici: uomo di relazioni e di contatti, di chiusure e di aperture.

Ma è il segretario generale quello che governa, indica le strategie, conclude gli affari.
Allora possibile (o probabile?) che se il presidente è espressione di una parte o un soggetto politico di quelli che propongono le candidature, il segretario generale sia l'espressione di altri soggetti, diversi se non contrapposti.

Il gioco oggi è questo: se diventasse presidente il veneziano Paolo Costa, trainato dal sindaco Marta Vincenzi con la forza di un rimorchiatore oceanico, il segretario generale sarà portato da altri al di fuori dell'entourage del presidente?

Quelli che danno ormai per fatta la scelta e dicono, sicuri, che il doge veneziano regnerà sui moli della repubblica di San Giorgio, sostengono che il segretario generale dovrebbe assolutamente essere scelto entro la cinta muraria di Genova tra quelli (e ci sono, nonostante gli scettici a tutti i costi) che bene conoscono le maglie strette e spesso attorcigliate del porto, le sue forze e le sue debolezze, le gelosie e le aspirazioni, ma anche la città che sta attorno allo scalo e che non è lì per caso, ma cresciuta con il porto dentro e va avanti o indietro seguendo l'avanti e indietro dei traffici portuali.

Se così fosse dovrebbe già partire la corsa dei candidati da questi assaggi di Genova che Paolo Costa sta consumando oggi e soprattutto che consumerà venerdì, in occasione del confronto pubblico a Palazzo San Giorgio.

Se invece il presidente non fosse Costa ma un ligure il gioco sarebbe tutto politico: un presidente vicino alla Regione con un segretario vicino a qualcun altro e viceversa.

Gli equilibri di forza, così importanti nella repubblica di Genova, sarebbero rispettati con buona pace di tutti i protagonisti principali di questa incredibile vicenda. Ma forse queste si riveleranno solo fantasie di chi, tutti i giorni, è costretto a cercar notizie nella politica locale.

Che offre questo e nient'altro.