Cronaca

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Successo per la prima sfida pubblica tra i candidati alla presidenza di un'Autorità Portuale, quella di Genova, che si è svolto a Palazzo San Giorgio, ultracentenaria sede del comando del porto, su proposta del presidente della Regione Claudio Burlando. Il parlamentare europeo Paolo Costa, l'assessore regionale Luigi Merlo e l'assessore del comune di Genova Mario Margini, hanno spiegato a una platea di autorità politiche, economiche, sindacali come intendono rilanciare il porto di Genova, primo d'Italia, per riconquistare la leadership nel Mediterraneo e competere con i fuoriclasse del Nord Europa. "Irrituale ma necessaria in un momento di crisi della politica" ha detto Burlando, la sfida è stata occasione per conoscere meglio uomini e programmi. Tutti e tre i candidati vogliono conquistare i nuovi traffici in arrivo nel Mediterraneo con trasformazioni delle banchine più o meno marcate e con nuovi collegamenti infrastrutturali. Costa punta su un piano di investimenti pubblici per attirare capitali privati e porta in dote la capacità di battere la burocrazia e ridurre i tempi di intervento. Margini promette più autorevolezza e capacità decisionale per partire subito con programmi a medio termine. Merlo propone Genova come modello sperimentale di una nuova autonomia degli scali italiani.

L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE USCENTE GIOVANNI NOVI

"Quello di Genova non è un porto in macerie, anzi tutt'altro". Il presidente uscente dell' Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi, ha iniziato così il suo intervento all'incontro pubblico dei candidati alla sua successione a Palazzo San Giorgio. Dopo avere fatto l'elenco delle numerose cose fatte, che hanno portato lo scalo genovese al secondo posto nel Mediterraneo con 59 milioni di tonnellate di merci, con 11.000 addetti e 40.000 lavoratori nell'indotto, Novi ha lanciato accuse e critiche a chi ha messo ostacoli lungo la strada del rilancio. "Soffriamo per la diffusa e sempre presente litigiosità tra gli operatori e gli appaltatori e la Bettolo è l'esempio lampante - ha detto -. A questo proposito devo esprimere la mia indignazione nei confronti delle due aziende che nonostante lavorino da decenni nel nostro porto non hanno avuto scrupolo di inoltrare al Tar ricorsi, risultati poi fasulli, che hanno arrecato un danno enorme al nostro porto". Riferendosi poi agli attacchi di stampa Novi ha augurato al successore "di non essere, come è avvenuto alla mia struttura e al sottoscritto, bersaglio di ingiustificati e violenti attacchi per più di 3 anni, per avere svolto il proprio dovere e avere tolto alcuni privilegi che non avevano ragione di essere".

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