Politica

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E’ già stata battezzata “mensopoli” la bufera che si è abbattuta sulla giunta comunale genovese. Cinque le richieste di custodia cautelare del pm Francesco Pinto per le tangenti sulle mense scolasiche genovesi (ma anche asili e case di riposo) e delle strutture comunali. Secondo quanto emerge da palazo di giustizia e dalle perquisizioni effettuate, le indagini riguarderebbero uno stretto collaboratore del sindaco Marta Vincenzi, Stefano Francesca suo portavoce, due assessori Massimiliano Morettini e Paolo Striano, l'ex consigliere comunale dei Ds Massimo Casagrande e l'ex direttore delle finanze della Regione Giuseppe Profiti. Per tre di loro si ipotizza anche l’associazione a delinquere. Sono stati gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal pm Pinto, a scoprire il presunto giro di tangenti sugli appalti per la fornitura di pasti a migliaia di bambini, anziani e dipendenti del Comune di Genova. E ci sarebbe anche in sesto destinatario nelle richieste di arresto, il titolare di una ditta piemontese di cartering che avrebbe vinto gli appalti. L’indagine è partita due anni fa. Sindaco di Genova era Giuseppe Pericu. Poi le elezioni e il cambio di poltrona, con Marta Vincenzi diventata sindaco nel maggio 2007. Il collaboratore della Vincenzi e altri due indagati avrebbero continuato però a gestire i rapporti con l’imprenditore piemontese, al quale venivano vendure consulenze attraverso una serie di società vare o fittizie, in modo da fare apparire il denaro pulito. Secondo l’accusa però era necessario che anche alcuni assessori fossere informati del giro di affari per far sì che la gara d’appalto avvenisse. Ed è per questo che sarebbero stati coinvoti i due membri della giunta.