Cronaca

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E' rimasta vittima di una bestiale aggressione Alina Nutica (nella foto), la prostituta romena di 18 anni, il cui cadavere è stato trovato ieri sera in un fosso al lato della strada collinare tra Villanova d'Albenga ed Alassio, nel ponente savonese. Massacrata alla testa a colpi di pietra o di bastone altrove, tra le 23 di mercoledì e le 3 del mattino di giovedì, è stata trasportata in auto e gettata ancora viva nella scarpata, dove il suo cadavere è stato scoperto da un motociclista di passaggio giovedì sera. Il medico legale Andrea Leoncini, che ieri ha compiuto l'autopsia, ha accertato che la giovane è stata colpita più volte al viso e alla nuca con un oggetto contundente. In particolare un colpo le ha sfondato la mandibola. Dal tipo di ferite riscontrate dall'anatomopatologo sul volto della vittima l'assassino avrebbe utilizzato un oggetto non liscio, ma spigoloso, forse una pietra. L'omicidio, secondo il medico legale, potrebbe essere avvenuto tra le 23 di mercoledì e le 3 del mattino di giovedì. Ma su questo punto la magistratura ha chiesto un approfondimento così come sul numero dei colpi che l'assassino ha sferrato prima di trasportarla in una zona isolata e abbandonarla agonizzante in fondo al dirupo tra la fitta vegetazione. "Sicuramente chi ha ucciso la ragazza era una persona di cui lei si fidava", dicono i carabinieri che lavorano sotto lo stretto coordinamento dei magistrati Vincenzo Scolastico e Alberto Landolfi che parlano di "delitto efferato". Due le piste seguite finora dagli inquirenti: una vendetta dela racket della prostituzione o il delitto a sfondo sessuale compiuto da un cliente. La giovane, che aveva una bambina di tre anni, era arrivata due anni fa in Italia e si prostituiva nei pressi dei supermercato Famila, sull'Aurelia tra Ceriale e Albenga. Secondo le amiche e colleghe la ragazza, molto bella, era la più ricercata dalla clientela maschile. I carabinieri della compagnia di Alassio nella notte hanno ascoltato a lungo il fidanzato di Alina, un giovane albanese che divideva con lei un alloggio a Loano. L'altra sera non vedendola tornare a casa l'uomo non si era preoccupato - ha spiegato ai militari - ma ha cominciato ad esserlo quando non ha rivisto la ragazza né ieri mattina né nel pomeriggio. Quando poi ha sentito in televisione la notizia del ritrovamento del cadavere vicino la frazione Caso di Alassio ha pensato che poteva essere quello di Alina e si è precipitato dai carabinieri. E sul posto ha riconosciuto il corpo, straziato. La Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi ha colto l'occasione per rinnovare l'appello al Presidente del Consiglio e al Ministro Carfagna affinché l'orrore della prostituzione per strada "venga con urgenza fermato attraverso un decreto legge". "Le schiave - si legge in una nota della comunità, in riferimento al delitto di Alassio - non possono aspettare e il sangue di queste vittime continua a macchiare la coscienza dei benpensanti, di coloro che deridono questi fenomeni e di coloro che hanno responsabilità istituzionali e continuano a polemizzare invece di agire".