Cronaca

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Sono oltre 4000 i pazienti liguri e più di 1500 le visite annuali effettuate presso il “Centro per la malattia di Parkinson ed i Disordini del Movimento” di Genova. Ad accendere di nuovo i riflettori su questa degenerazione progressiva del sistema nervoso e sui pesanti condizionamenti alla qualità di vita dei pazienti è il professor Giovanni Abbruzzese, ordinario di neurologia all’Università cittadina. “Malgrado si tratti di numeri che percentualmente rientrano nella media nazionale – sostiene Abbruzzese - Genova e la Liguria sono realtà dove la presenza di anziani è più alta che in altre parti, e di conseguenza l’incidenza della malattia è maggiormente rilevante”. E sono proprio le limitazioni alla quotidianità oggi al centro dell’attenzione dei ricercatori e degli stessi clinici, chiamati a rispondere ad un grido d’aiuto che arriva dai malati. “Purtroppo quasi due terzi dei pazienti – conferma Abbruzzese - non ha un completo controllo dei sintomi nelle 24 ore e per oltre il 75 per cento la malattia condiziona la loro capacità funzionale nel corso della giornata. Difficoltà che si ripercuotono sull’organizzazione della vita quotidiana: spesso i pazienti devono infatti programmarsi in base dell’assunzione del farmaco, per avere la miglior protezione dai sintomi nei momenti in cui è maggiormente necessaria”. Sul fronte della terapia qualcosa si sta muovendo. L’ultima novità è una nuova formulazione di ropinirolo, farmaco dopamino-agonista da tempo ampiamente utilizzato nel trattamento della patologia. Invece delle tre compresse giornaliere, il farmaco è stato messo a punto in un’unica somministrazione a rilascio prolungato, che consente la disponibilità del principio attivo nel sangue circolante per 24 ore, e quindi un controllo più costante dei sintomi.