Cronaca

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Ci sono molte persone in coda agli sportelli 1 e 2 delle Poste centrali di Genova per chiedere la social card che dà diritto, in particolari condizioni di disagio economico, a ottenere 40 euro al mese. Ci sono anziani un po’ agitati che controllano dieci volte i moduli, ci sono badanti sudamericane che chiedono informazioni per i loro assistiti. Ci sono nipoti e figli che raccontano come i genitori con la pensione minima facciano fatica a tirare avanti. La coda dura poco e in mano si ottiene l’agognata tessera magnetica. Peccato che sia ancora vuota e che loro invece pensino il contrario e già immaginino dove spenderla subito: una visita, la spesa, le bollette. La lista dei negozi e dei market convenzionati non c’è. La confusione sì, ed è tanta. Le Poste, che hanno solo il compito di raccogliere i documenti e distribuire la carta senza soldi, spiegano che dovrebbe servire per pagare bollette e la spesa ma magari solo nei supermercati convenzionati. L’Ascom non sa ancora come si comporteranno i negozianti: “Intanto è Visa quindi bisogna che ci siano i pos. E poi se uno compra con la social card un bene non di prima necessità che cosa succede? Glielo possiamo dare o no” si domanda Mario Montessoro dell’Ascom. La risposta, però, non c’è. Elisabetta Biancalani