Politica

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Gli stati Generali di Varazze hanno segnato un punto di svolta per il centrodestra in Liguria. Il messaggio è stato forte. Il Partito del Popolo delle Libertà nasce dal “basso”. Una vera operazione “bottom-up” spinta dalla base. Proprio per questo, chi immaginava, con un po’ di dietrologia, che dall’intervento conclusivo del Ministro Scajola sarebbero arrivate investiture “dall’alto” o attraverso decisioni prese nel “segreto di una stanza da due tre persone”, è rimasto deluso. Ma è proprio questo il senso vero del Partito del Popolo della Libertà, un partito dove la democrazia interna sarà il faro illuminante del suo percorso di crescita e affermazione. Un partito che ha nel suo leder nazionale Silvio Berlusconi, e in Liguria Claudio Scaiola, due punti di riferimento importanti. Nel suo intervento conclusivo, infatti, il Ministro Scaiola ha voluto riaffermare con forza che le scelte dei candidati per i prossimi appuntamenti elettorali in Liguria, sia per le amministrative ed europee del giugno del prossimo anno che per le regionali del 2010, arriveranno attraverso l’incontro e la discussione proprio sulla base dell’entusiasmante esperienza dell’appuntamento del 12 e 13 dicembre scorso a Varazze che ha visto lavorare, nelle otto commissioni tematiche, tante persone di diversa estrazione culturale e sociale, con esperienze, radici e credo diversi. In particolare per le regionali del 2010 egli è stato estremamente chiaro: “anche se un campione che ci farà vincere lo abbiamo già” – ed era chiaro il riferimento a Sandro Biasotti, (il quale, nel suo intervento di saluto ha ribadito con forza la sua disponibilità a “correre” per la Regione ma con il consenso unanime di tutti), “vogliamo che la scelta dei nostri candidati – ha proseguito Scaiola – “ sia la più condivisa possibile proprio dalla nostra base, da quella base che ha reso possibile l’aggregazione ideale tra Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lista Biasotti e delle altre componenti centriste e moderate che si rifanno all’idea del centro destra”.

E’ stato chiaro, nessuna frenata sul nome di Sandro Biasotti ma solo un metodo nuovo. Ha ribadito con forza che: “il Partito del Popolo delle Libertà non intende scimmiottare la così dette primarie del PD dove i cittadini vengono chiamati a ratificare una scelta fatta da altri”. Egli vuole introdurre un metodo di confronto nuovo che porti alla condivisione dei candidati e per i quali, una volta scelti, tutti devono lavorare e spingere come “un sol uomo” verso la vittoria. Certo un po’ di mal di pancia qualcuno può averlo avuto, (e forse lo ha ancora) ma se crediamo che questo sia il percorso, nato “ in piedi sul predellino ”, non possiamo che mettere da parte, (ma tenendole sempre presenti nelle nostre azioni quotidiane), le personali radici politiche e culturali e partecipare, coerentemente, alla nascita di questo importante nuovo soggetto politico.