Cronaca

43 secondi di lettura
Chiesta una condanna di otto mesi di carcere i genitori affidatari di Maria-Vika, la bambina bielorussa al centro di una disputa internazionale fra l'Italia e il governo dello stato ex sovietico. Si è svolta questa mattina al settimo piano del tribunale di Genova l’udienza finale del processo alla coppia di Cogoleto che ebbe in affidamento Maria-Vika. La richiesta è stata fatta dal pubblico ministero Paola Calleri. Con i due genitori affidatari, Alessandro Giusto e Chiara Bornacin (nella foto), rischiano la stessa condanna gli altri cinque imputati nella vicenda, i "nonni" materni e paterni: Maria Elena Dagnino, Maria Bondi, Aldo Giusto, e anche don Danilo Grillo, il parroco di Cogoleto, e don Francis Bardelè, responsabile della struttura valdostana dove la bimba fu nascosta per 19 giorni per sottrarla al rimpatrio. A tutti, insomma, viene contestato il reato di sottrazione di minore.