Cronaca

43 secondi di lettura

Danilo Pace era in pieno scompenso fisico, quindi incapace di intendere e di volere, quando uccise con una coltellata Daniele Macciatelli agente della Polizia intervenuto per cercare di calmare l'uomo il settembre scorso a Genova. Questo è quanto si legge nella sentenza pronunciata dal giudice Franca Borzone: "La gravità deriva da una progressiva involuzione e da una strutturazione del delirio, ormai cronicizzato e che si è manifestato all'esterno dal 2004". Una gravità che ha condotto il giudice a valutare la pericolosità di Pace. "Poiché - conclude il giudice - l'essenza della malattia è collegata a un'ideazione patologoca che conduce Pace a sentirsi costantemente minacciato e che interpreta le condotte altrui a senso unico in suo danno, è evidente che la reattività e l'aggressività già manifestate siano capaci e pronte a riesplodere in ogni momento".