La politica locale è mogia, osserva il direttore Paternostro. E la politica nazionale come sta? La mia personale opinione è che sono gli umani chiamati “politici” a generare questa legittima quanto tristissima impressione. In Liguria come nel Paese. Cioè quelli che si erano candidati a metterci la gambe per far camminare le idee e che – invece – con i loro comportamenti hanno massacrato l’idea stessa di politica.
Ne danno prova proprio gli interventi che la provocazione di Mario Paternostro ha suscitato. Interventi con un solo scopo: tirare l’acqua al proprio mulino. Non vi ho letto niente di generoso, di critico, di problematico. Semmai - visto che chi mi ha preceduto appartiene allo schieramento di Destra - puro trionfalismo. Lasciate a un vecchio comunista proporre un’idea di politica che mogia non era.
L’idea che sono la passione e l’impegno a dare un senso all’agire pubblico. Non la ricerca del posizionamento tattico o di un posticino in qualche organigramma. Mentre è solo questo quanto oggi sembra interessare; in questa fase storica che, assieme al fascismo, ha sdoganato ogni più inconfessabile avidità, figlia di un individualismo poverissimo, ogni atteggiamento menefreghistico.
È questo lo spirito del tempo, dove ciò che conta è la pancia e il portafoglio (tralascio altre parti anatomiche proprio perché sono un vecchio comunista che coltiva antiche tradizioni di pudore, un bisogno di buon gusto). Lo spirito del tempo che ha fatto della politica una robaccia che imita malamente la più volgare pubblicità.
Purtroppo tanti, troppi, le sono corsi dietro. Perché era facile; perché era gratificante. Ma la politica è tutt’altro. Le donne e gli uomini concreti lo capiscono e si allontanano; creando una situazione che procura quell’immensa tristezza segnalata dal Direttore. Almeno a persone come lui; come a chi sta scrivendo queste note. Forse gente di altri tempi?
* Capogruppo regionale Pdci
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