L’Europa è – almeno per ora – la grande assente del confronto politico. Eppure, il 6 ed il 7 giugno, fra meno di tre settimane, i 27 Paesi dell’Unione saranno chiamati al rinnovo del Parlamento Europeo. Non è un passaggio di routine, visto il “contesto” economico e sociale nel quale l’appuntamento elettorale si colloca. E tuttavia poco se ne parla, al di là di qualche spot della Presidenza del Consiglio, distratti come siamo dalle piccole beghe locali e dalle schermaglie tutte interne ai confini nazionali. A nulla valgono gli appelli di chi rammenta il senso della nostra cittadinanza e del sempre maggiore peso che le scelte dell’Unione hanno sulla nostra vita quotidiana.
L’Europa c’è, almeno per il peso percentuale delle sue leggi, ma i suoi cittadini sembrano non esserne consapevoli. L’Europa incide e decide, ma sono molti a fare finta di niente. Di chi la colpa ? Una volta tanto i “politici” non sono i responsabili principali. Al di là di certe polemiche qualunquiste, sul peso ed i costi dell’ Eurodemocrazia, i parlamentari a Strasburgo fanno il loro dovere. Il problema è che in pochi sembrano accorgersene.
Su questi temi le grandi assenti sono la cultura , la società civile e le comunità locali. Manca, sono mancati, in questi anni, i letterati, i poeti, i musicisti, i sociologi, gli autori di cinema e teatro, perfino gli economisti, in grado di riassumere e rinverdire l’idea europea, l’anima ed in senso vero e profondo dell’integrazione continentale. Manca, sono mancati, in questi anni, gli esponenti del lavoro e della produzione, impegnati a costruire una nuova coesione sociale, su scala europea. Manca, sono mancate le comunità locali, le regioni, compresa la Liguria, in grado di scommettere sulle opportunità offerte dall’Unione Europea. “Casa Liguria”, la sede della rappresentanza della Liguria a Bruxelles, è in via di dismissione. Non sembra che ci sia stata, in questi anni, una politica finalizzata a portare la Regione in Europa, avvicinandola alle istituzioni europee, e viceversa.
La presenza di tanti studenti europei a Genova, attraverso il ”progetto Erasmus” (European Community Action Scheme for the Mobility of University Students) non ha visto le istituzioni locali particolarmente attive. La scommessa di portare un parlamentare ligure a Strasburgo, dopo la fuga di Marta Vincenzi ed il rifiuto di Massimiliano Costa, appare come una missione impossibile. Il rischio, a poche settimane dal voto, è che, ancora una volta, si perda l’ occasione per comprendere i termini reali del prossimo appuntamento, considerando l’Europa un impiccio piuttosto che una grande opportunità, sulla quale impegnarsi. In particolare dal punto di vista di una regione come la Liguria, che rischia di essere sempre più “provinciale”e quindi marginale rispetto alle grandi scommesse della globalizzazione.
IL COMMENTO
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