Cronaca

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Vogliamo una grande spiaggia libera per i genovesi. Crediamo che sia indecente che una città che si definisce “di mare” abbia soltanto qualche fazzoletto mal tenuto di calcinacci e per tutta la costa sia a pagamento. Una grande spiaggia libera nel tratto più bello della Genova marina: corso Italia. Provate a percorrere questa strada: non c’è un pezzo di sabbia dove un genovese che non può permettersi di pagare l’ingresso, possa esercitare il sacrosanto diritto di fare il bagno. Ma vi sembra possibile? Il mare non può essere proprietà privata di nessuno e nemmeno gli scogli. Gli attuali accessi al mare sono una solenne presa in giro. La Regione ha stabilito che ci debba essere un’alta percentuale di arenile pubblico e allora eserciti subito questo diritto. Noi chiediamo al Comune di Genova (e molti gruppi politici si sono detti d’accordo ieri nel dibattito a Destra Sinistra sul caso Lido, da Marylin Fusco a Raffaella Della Bianca fino ad Antonio Bruno) si metta nella condizione di dare ai genovesi una spiaggia, tra la Fiera e Boccadasse, una spiaggia decente come sono quelle francesi (andate a vedere a Mentone, Nizza, Cannes e persino l’elegantissima Saint Tropez). Come? Il Comune i mezzi li hae anche le procedure; e allora eserciti questo suo potere. Nel passato ha acquistato di tutto, ville , castelli, palazzi. Qui non si tratta di “salvare” pezzi d’arte, ma di fare in modo che migliaia di genovesi che non vanno a Sharm o a Mauritius facciano lo stesso il bagno senza tagliarsi i piedi sui pezzi di ferro arrugginito e in un mare che non sia una cloaca a cielo aperto come è la foce del Bisagno. Il capogruppo del Pd, Simone Farello ha garantito ieri sera che la giunta sta pensando a una variante complessiva che riguardi tutto corso Italia e non si limiti a stabilire che cosa si può o non si può fare nel tratto del Nuovo Lido. Ma non basta: ora occorre liberare degli spazi, rendere pubblici almeno un 30/40 per cento di arenile. Solo così Genova diventerà come le vicine città della Costa Azzurra. Altrimenti stare a Genova sarà come stare a Milano. Anzi no, perché i lumbard hanno l’Idroscalo e ora i navigli recuperati e noi, nel Bisagno o nel Polcevera, nel Varenna o nel Nereggiano non possiamo nemmeno mettere i piedi per paura che vengano sciolti dagli acidi.