Cronaca

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Sembra essere giunto ad una svolta il caso dell'omicidio di Illir Krypi, l'albanese 42enne ucciso la notte del 19 luglio scorso in via Milano a Genova. Dopo i sospetti e le piste seguite dagli inquirenti oggi arriva la confessione. Hekuran Sulmataj, albanese 25enne arrestato a Roma dalla polizia il 29 luglio perche' sospettato di aver partecipato al delitto Krypi, avrebbe infatti confessato l'omicidio. "Ho sparato io, ho ucciso io Ilir Krypi" avrebbe ammesso l'uomo ai poliziotti che lo hanno arrestato in casa di un connazionale, a sua volta accusato di favoreggiamento. L'uomo, trasferito nei giorni scorsi nel carcere genovese di Marassi, al momento dell'arresto era stato trovato in possesso di una pistola 6,35 a tamburo che potrebbe essere l'arma del delitto. Gli inquirenti tuttavia hanno ancora dei dubbi sulla versione dei fatti riferita da Sulmataj che sembra non combaciare con quella dei due supertestimoni: la prostituta romena 25enne per la cui contesa sarebbe stato commesso il delitto ed un amico di quest'ultima. Questa mattina in Tribunale a Genova si è tenuto l'incidente probatorio nel corso del quale il pm Biagio Mazzeo e il gup Silvia Carpanini hanno interrogato la giovane prostituta romena testimone oculare che ha confermato quanto già dichiarato durante le indagini aggiungendo un dettaglio: pochi istanti prima dell'omicidio gli altri albanesi della banda avrebbero estratto alcuni coltelli. Ora all'appello manca solo il quarto albanese, quello che gli inquirenti considerano il capo del gruppo e l'autore materiale della sparatoria. Da chiarire ancora molti dettagli del retroscena del delitto: alla "missione" per liberare la prostituta avrebbe partecipato anche la cognata di Krypi. La prostituta, infatti, sarebbe stata contattata da un romeno a cui lei avrebbe confidato di essere stata rapita dal gruppo di albanesi. L'uomo aveva a sua volta contattato la cognata di Krypi, che a sua volta aveva raccontato la vicenda ad un terzo uomo, soprannominato "Tani", che la notte dell'omicidio era con la vittima. Proprio "Tani" verrà sentito nel corso di un nuovo incidente probatorio.