Le ondate migratorie degli ultimi dieci anni hanno messo in crisi le politiche di regolamentazione in tutti i paese europei. Stati che storicamente sono state mete predilette di immigrazione da parte di ex colonie sono state travolte sia nella gestione della sicurezza sia nelle politiche di accoglienza da numeri impossibili da governare. E’ per questo che, prima che in Italia, si è assistito a un vero e proprio giro di vite in paesi quali la Francia, la Gran Bretagna e la Spagna soprattutto nella repressione dell’immigrazione clandestina. Quella che, per essere chiari, genera insicurezza, delinquenza e sfruttamento. In Italia si è cercato di regolare i flussi migratori a partire dal 1990 ma è dal 1998 con la legge Turco-Napolitano (primo Governo Prodi e Ministro degli Interni l’attuale Presidente della Repubblica) che si è cercato di contrastare l’immigrazione clandestina, riconosciuta come causa dell’aumento esponenziale dei reati commessi da extracomunitari. All’art. 12 della legge veniva istituito il “Centro di Permanenza Temporanea” per tutti gli stranieri sottoposti a provvedimento di espulsione. Tali centri nascevano con un duplice scopo: la necessità di identificare persone provenienti da Paesi dove spesso i dati anagrafici sono deficitari e il conseguente dovere da parte dello Stato di non lasciare circolare sul proprio territorio persone di cui non si conosce l’identità. Oggi tali esigenze si sono ancora più accentuate a causa di politiche miopi e ideologizzate della sinistra. Il pacchetto sicurezza, voluto dal Ministro Maroni, con la trasformazione dei CPT in CIE e il prolungamento da 60 giorni a un massimo di 180 giorni è il frutto di una necessaria e doverosa politica che deve tornare a governare e non subire i fenomeni migratori. Tali norme acquistano però efficacia in presenza di uno strumento fondamentale quali i CIE (ex CPT). La Liguria ne è sprovvista e questo rende difficoltosa, nonché onerosa, l’espulsione dei clandestini. Il comportamento irresponsabile delle amministrazioni rosse che governano la Regione, la Provincia e il Comune di Genova in particolare hanno finora reso vano l’individuazione di un’area su cui istituire il centro, più volte sollecitato dal Prefetto e dal questore di Genova. Non è più accettabile un tale comportamento omissivo vero e proprio atto di complicità politica in tutti i fenomeni delinquenziali legati alla clandestinità. Risulta peraltro quantomeno comico pensare al Presidente Burlando che da ministro del Governo Prodi vota nel 1998 la legge che istituisce i CPT e da Presidente della Regione dichiara la Liguria indisponibile ad ospitare sul proprio territorio un CPT: una bella coerenza non c’è che dire!
*Lega Nord
IL COMMENTO
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