Cari tifosi del Genoa, o meglio Caro Popolo Rossoblù,
voglio parlare del presente e del futuro dello stadio Ferraris per fare chiarezza, direttamente, su un problema che riguarda non solo i sentimenti di una tifoseria, ma la valorizzazione per il futuro della storia calcistica della città. Esaminiamo i fatti. Lo stadio di Marassi necessita di manutenzione continua e non rispetta le norme Uefa per la partecipazione alle gare di Europa League quest’anno e tantomeno per i prossimi auspicabili impegni europei delle nostre squadre e per i possibili Campionati Europei del 2016 per cui l’Italia si è candidata, con il rischio che Genova resti fuori dall’elenco delle città sedi dei gironi. La Lega Calcio non lo ritiene in alcun modo adatto a quest’ultimo scopo con parole chiare e non equivocabili collegate anche alla logistica del sito.
L’ipotesi di un nuovo stadio a Sestri Ponente è stata proposta al Comune dal presidente della Sampdoria Garrone e sottoscritta come partnership dal presidente del Genoa Preziosi. Il parere contrario dell’Enac ha fatto morire sul nascere questa soluzione.Visto il desiderio del Comune di mantenere Genova agli onori calcistici del mondo, come alternativa alla “soluzione aeroporto” è stata proposta nei giorni scorsi l’ipotesi di collocare il nuovo stadio nell’area ex Colisa a Campi già analizzata dal Comune sul piano urbanistico, con la presentazione di un progetto di massima che affronta anche i nodi non trascurabili delle vie di accesso all’impianto. In questo modo il Comune ha inteso dare una risposta percorribile alle intenzioni delle due società di realizzare un nuovo stadio,mettendo tutti al nastro di partenza.
La proposta è stata accolta al momento della presentazione con favore da Riccardo Garrone che si è detto pronto eventualmente a procedere da solo nel progetto ove il Genoa non fosse interessato alla partita. Il Genoa per bocca del suo presidente, Enrico Preziosi, si è riservato di valutare in maniera più approfondita il progetto. Per salire sul “carro Campionati Europei 2016” occorre dare una risposta in tempi strettissimi pena l’esclusione. Alla fine del percorso ci si potrebbe trovare di fronte a soluzioni diverse: un solo nuovo stadio per il calcio a Genova gestito dalle due società; due stadi, quello nuovo di proprietà della Sampdoria e quello vecchio “casa” del Genoa che dovrebbe assumersi la responsabilità di poterlo rendere adeguato alle norme Uefa. In ogni caso l’onere economico dovrà essere assunto dai soggetti promotori e lo stadio Ferraris dovrà essere mantenuto alle sue originali finalità sportive evitando speculazioni edilizie nel quartiere di Marassi.
Le mie preoccupazioni come sindaco sono queste: lo sport è importante e il calcio è molto amato a Genova e credo sia mio dovere esplorare tutte le soluzioni possibili perché possa mantenersi ai massimi livelli anche dal punto di vista delle indispensabili infrastrutture; il calcio è in fase di evoluzione sul versante dell’organizzazione delle Società e il possesso di uno stadio di proprietà sembra essere una via maestra per garantire un futuro finanziariamente sereno ai club, che sono certo proprietà di singoli imprenditori che possono passare la mano, ma sono anche patrimonio di una comunità che resta. Stando così le cose, ecco la mia proposta alla città: esploriamo tutte le possibilità di un reale miglioramento dell’attuale situazione, partendo dal presupposto che qualunque sia la soluzione finale occorrerà occuparsi di Marassi per almeno ancora 4 anni e nel frattempo il tempo e la ricerca di gloria sportiva non si fermano. Credo si possano aprire piani di azione paralleli: da un lato acquisire le proposte delle due società, per mettere Genova in condizioni di poter competere a livello europeo,a fronte delle norme Uefa in evoluzione; dall’altro individuare le modalità che consentano nel frattempo di adeguare il Ferraris alle norme vigenti.
L’ipotesi di due stadi in città va valutata attentamente in una logica per la quale se il Genoa è interessato a rimanere a Marassi se ne deve fare carico proponendo un’ipotesi di acquisto conforme al valore dell’impianto per le casse del Comune , che pur non avendo l’idea di fare plusvalenze straordinarie da un’eventuale vendita, deve farsi carico delle responsabilità patrimoniali nei confronti dei cittadini e degli organi di controllo. Io credo che con meno conflittualità e più creatività si potrebbero trovare le soluzioni giuste, specie per l’attuale emergenza che prescinde da nuovi progetti e nuovi assetti proprietari e in questo credo che le due squadre genovesi e le istituzioni pubbliche dovranno trovare il modo di collaborare per il bene comune. Non posso non comprendere e rispettare le ragioni del cuore che spingono i tifosi del Genoa a protestare di fronte ad una possibile trasformazione di un campo di calcio a cui sono tanto legati. Sono convinta che quanto sto proponendo possa corrispondere sia all’esigenze di razionalità e di responsabilità che alla salvaguardia dei significati sportivi culturali che i tifosi rappresentano.
Attendo con fiducia le proposte delle società e perché no delle istituzioni genovesi che saranno valutate con rispetto e attenzione per verificarne la reale fattibilità.
Marta Vincenzi
* Sindaco di Genova
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