Romolo Marzi, ingegnere di 57 anni, presidente di Assoconsult, società di consulenza per gli enti locali, e dirigente della Sestrese, squadra di calcio di serie D. Sarebbe lui, secondo gli inquirenti, il personaggio chiave dell’intera indagine avviata dalla procura di Genova su presunte tangenti legate ai bandi dei fondi europei gestiti dalla Regione. Marzi sarebbe il comune denominatore tra i diversi filoni dell'inchiesta, un esperto di fondi europei: i quasi 30mila euro sequestrati lunedì mattina dalle Fiamme Gialle nell’ufficio del presidente di Assoconsult in piazza Fossatello, a Genova, sarebbero provenienti dalle false sponsorizzazioni della Sestrese e destinati a un amministratore compiacente che avrebbe dato indicazioni su come partecipare ai bandi per poterli vincere. Marzi, grazie alle sue conoscenze, avrebbe avuto la possibilità di dividere i fondi europei, con l'aiuto di altri 5 amministratori di Assoconsult, anche loro indagati. Questo ovviamente deve ancora essere dimostrato. Ieri intanto le Fiamme gialle hanno effettuato altre perquisizioni e i nomi nel registro degli indagati sono saliti a 50.
IL MECCANISMO SOTTO INCHIESTA
Qual è il meccanismo sotto accusa da parte della magistratura genovese, per la gestione dei fondi europei in Liguria? La torta è di circa 30 milioni, dall’Europa alla Regione e dalla Regione ad altri enti locali che a loro volta hanno scelto tra i progetti migliori del loro territorio, proposti da società, cooperative, consorzi. L’accusa di turbativa d’asta e associazione a delinquere ipotizza che qualcuno, dalla Regione, dicesse agli enti locali, in anticipo, quali caratteristiche dovevano avere i progetti per vincere e vedersi assegnati i fondi. Ma non solo: i destinatari finali dei soldi, per "ringraziare" il politico che li aveva aiutati, gli pagavano una tangente, la cosiddetta “bottiglia piena” emersa nelle intercettazioni telefoniche. Ma come farlo senza insospettire? Come giustificare l’uscita di fondi consistenti, anche 20-30 mila euro? Presto fatto: si facevano fatturare da una società sportiva una somma maggiore rispetto a quella elargita a titolo di sponsor, la cosiddetta bottiglia vuota, ed ecco che l’avanzo serviva per la tangente. Questo è il secondo filone dell’inchiesta. Il terzo è quello legato alle mense di case di riposo genovesi, dell’agenzia per la persona Brignole e di alcuni asili: in questo caso gli indagati, dirigenti del Brignole, sono stati accusati di aver confezionato ad arte le gare d’appalto per farle vincere a due cooperative i cui vertici sono stati pure indagati. Anche qui si parla di turbativa d’asta.
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