Cronaca

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Una nuova protesta ha scosso ieri sera il carcere genovese di Marassi dove da giorni è in atto un confronto tra la direzione ed i detenuti, infuriati per il sovraffollamento della struttura. La casa circondariale maschile genovese dovrebbe ospitare al massimo 400 detenuti, ma attualmente ve ne sono 800. Ieri dalle 22 alle 23 i detenuti di tutti i "bracci" hanno iniziato a colpire le sbarre con le gamelle e a urlare invocando un trattamento migliore. Sabato il direttore Salvatore Mazzeo, dopo una veemente protesta notturna, aveva incontrato i detenuti concedendo loro la revisione del menu dei pasti e un esodo, con l'eliminazione della cosiddetta terza branda dalle celle, aggiunta appunto per motivi di sovraffollamento. "Oggi trenta detenuti saranno trasferiti in altre strutture regionali - ha spiegato stamattina Mazzeo - Abbiamo inserito il menu invernale approvato da una delegazione di detenuti. Attendiamo dall'Amministrazione un esodo più massiccio". La protesta di ieri potrebbe essere legata a "un gesto di solidarietà nei confronti dei detenuti delle altre case circondariali italiane". Alla protesta dei detenuti si affianca quella degli agenti di polizia penitenziaria che lamentano di essere sotto organico e temono che la protesta sfoci in una vera e propria rivolta. "Non saremmo in grado di controllarla" dice il segretario regionale Uil Penitenziari Liguria, Fabio Pagani, che aveva espresso forti perplessità sulla possibilità che l'incontro con la direzione potesse fermare la protesta. "Purtroppo per le note incapacità organizzative e amministrative dei nostri vertici - commenta polemicamente Pagani - paga ancora dazio il personale di polizia penitenziaria, che anche ieri sera ha dovuto impegnarsi, sott'organico, a gestire la criticità dell'attuale momento. Evidentemente l'amministrazione penitenziaria non riscuote alcun credito nemmeno presso i detenuti".