Cronaca

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Monologhi, canzoni, rime e ballate che raccontano, irridono, svelano, sottolineano la faccia ipocrita e arrogante dell’Italia. Da questa sera a sabato al Teatro Modena di Genova Sampierdarena va in scena, nell'ambito del cartellone dell'Archivolto, 'Italiani italieni italioti', una bizzarra e corrosiva radiografia del nostro paese costruita sugli scritti, le poesie, le satire e i breviari comici di Michele Serra. Affidandosi al loro stralunato humour, i quattro professori della Banda Osiris, affiancati in questa avventura dal virtuosistico talento di Ugo Dighero, costruiscono uno spettacolo a cavallo tra un moderno canzoniere politico e un’Opera da 3 soldi (euro?) di italica fattura; una partitura eccentrica dove le invenzioni musicali e quelle linguistiche si intrecciano per costruire un varietà contemporaneo. "Una partitura eccentrica -afferma il regista Giorgio Gallione- nella quale le invenzioni musicali (alla canzone di Dario Fo 'Canto degli Italioti' che ha ispirato il titolo si aggiungono tre brani di Giorgio Gaber - 'Salviamo 'sto paese', 'Il potere dei più buoni' e 'La legge' - e le composizioni originali della Banda Osiris) e quelle linguistiche si intrecciano, canzonatorie, per costruire un varietà contemporaneo dove il comico cerca di essere ancora eversivo e il grottesco cerca di svelare l’inessenziale, il contraffatto e il superfluo. Una fungaia di assurdità, paradossi criminali e crimini paradossali, tra televisione spazzatura, un corso di razzismo, le celebrazioni per il Centocinquantesimo anniversario dell’Unità d'Italia, le deliranti proposte per il nuovo inno nazionale, il contributo italiano al G 20, in un esercizio di frenetica, esilarante comicità. Lo spettacolo alterna due strutture narrative: la prima costruita sui pensieri e le riflessioni di un uomo (di sinistra) che si interroga sull’oggi, sulla situazione del proprio paese, attraverso riflessioni intime, inquietanti, a volte dolorose. Sono i testi tratti dalla rubrica quotidiana che Michele Serra scrive per Repubblica, l’Amaca, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume gli offre a ritmo, purtroppo, forsennato. La seconda costruita con numeri di taglio più satirico, manipolando tutti i pezzi che caratterizzano la collaborazione con "L'Espresso" - "Satira preventiva" - in cui l'autore disegna un mondo in bilico tra le goffe mani della scimmia umana".