Caro Direttore,
ho letto il suo editoriale su "il Primo" di pochi giorni fa, a favore del convenzionamento di cliniche private con il servizio pubblico in Liguria, e l’adesione entusiastica di Raffaella Della Bianca. La consigliera comunale Pdl si è spinta ben oltre il suo intervento ed ha auspicato che , quanto prima, la Liguria possa imitare il “modello Lombardia”, indice di perfezione nel rispetto dei diritti del malato, che può curarsi dove meglio crede: ovvero, anche, in strutture convenzionate private. Ma in che mondo vive la consigliera? Chi non ricorda la recentissima tragedia consumata ai danni di ignari pazienti nella clinica milanese Santa Rita?
E veniamo al vero punto della questione: l’80 % del bilancio regionale ligure viene “ingoiato” dalla Sanità, e la sanità non funziona come dovrebbe. Perché? Mi creda, non è certo per il fatto che alcune cliniche private non siano convenzionate, anzi, il rapporto sanità pubblica/privata è in alcuni casi parte della “colpa" del malfunzionamento del pubblico… una sola domanda: sono gli stessi medici ad operare nelle strutture pubbliche e private? Come lei ben sa la risposta è sì! E allora come si fa ad auspicare che gli stessi professionisti dedichino sempre meno tempo alla struttura pubblica, se si vogliono diminuire le liste di attesa? Questo vale, ovviamente, sia per gli interventi chirurgici che per gli esami diagnostici (mammografie, risonanze, Tac), fruibili in un battibaleno nelle strutture private e suscettibili di liste di attesa infernali nel pubblico. Ma allora quale è il vero modo per tutelare i cittadini liguri (e italiani) e fare funzionare meglio la sanità? E’ necessario guardare in faccia la realtà e conoscere, realmente, i dati e procedere speditamente a:
1° insistere per una norma che divida le carriere pub e bene, quelle strutture. I professionisti che decidono di lavorare nel privato, magari dopo avere ottenuto dal pubblico, che dovranno sempre ringraziare, la possibilità di una formazione completa, potranno farlo, ma dovranno smettere di lavorare nel pubblico.
2° la Liguria ha la popolazione più anziana d’Italia. Questo fatto da un lato ci gratifica, perché vuole dire che qui si vive bene, e a lungo, dall’altro rappresenta un problema di spesa sanitaria più marcata, ma che potrebbe essere diminuita, facendo più attenzione alla prevenzione! Forse non tutti sanno, infatti, che in Liguria, la diagnosi di malattie importanti, quali diabete e pressione alta (che logorano per anni gli organismi in modo silente), vengono fatte al pronto soccorso, solo quando il paziente subisce l’evento devastante, sia esso il coma diabetico, l’infarto, o l’ictus. Ben poco o nulla, viene fatto negli anni precedenti.
Tutti sappiamo di avere un “medico della mutua”, ma ben pochi lo frequentano, quando stanno bene. E’ compito del medico, invece tutelare i suoi pazienti, proprio quando in apparenza stanno bene controllando, almeno due volte l’anno due parametri essenziali: pressione arteriosa e glicemia. Quanto risparmio potrà essere prodotto sulla spesa pubblica, prevenendo i danni futuri di ipertensione e diabete diagnosticati alla loro origine, ma non solo, quante sofferenze eliminate! I medici di famiglia sono troppo occupati? Bene, allora si faccia una convenzione con le farmacie, presenti capillarmente sul territorio, per compiere queste due semplici misurazioni.
Iniziamo, davvero, ad occuparci di più della salute dei nostri concittadini, e non delle tasche già stracolme, di alcuni professionisti della Sanità!
*Candidata presidenza Regione per Forza Liguria
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