Cronaca

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Sono tre e tutti sulla sponda destra del rio Cassinelle i siti per l'impianto termico di trattamento dei rifiuti individuati dall'Università di Genova all'interno dell'attuale discarica di Scarpino, in uno studio realizzato per Amiu, presentato stamani a palazzo Tursi alla giunta comunale. La prima soluzione propone un impianto nella parte alta del rio Cassinelle; la seconda prevede la costruzione in testa alla valle, nella parte più antica della discarica risalente alla fine degli anni Sessanta e infine la terza ipotizza lo smembramento dell'impianto di biodigestione in alto e il gruppo di produzione energetica più a valle. La superficie di tutto l'impianto equivale allo stadio di Marassi o al padiglione S della Fiera di Genova e occupa l'8 per cento dell'area della discarica. Il primo corpo dedicato al ricevimento dei rifiuti è di 4.900 metri quadri, il secondo corpo con i biodigestori è di 14 mila, il terzo per il gasificatore di 12 mila più tremila metri quadri per la produzione di energia (calcolata pari a 180 megawatt in uscita). Inoltre ci sarà anche un piccolo impianto per la depurazione dei reflui di 1.200 mq. Visto che l'impianto necessita di risorse idriche (300 metri cubi al giorno circa) e le sorgenti presenti in zona sono ad andamento stagionale, l'Università ha anche inviduato una fonte d'acqua non potabile ma industrialmente utilizzabile nella Galleria Fossa dei lupi, in grado di fornire 15 litri al secondo. Il presidente di Amiu, Riccardo Casale, ha spiegato che entro l'estate sarà lanciata la gara per il progetto preliminare e inizieranno le procedure per ottenere le autorizzazioni sull'impatto ambientale da parte della Regione, iter che potrebbe concludersi entro la primavera del 2011. Lavori che dovrebbero essere ultimati tra il 2014 e il 2015. Investimento tra i 200 e i 250 mila euro.