Politica

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Claudio Burlando deve riprendere in mano il partito dopo essersi riconquistato la Liguria. Il risultato delle urne in assoluta controtendenza con il trend nazionale che vede l’avanzata del centrodestra e della Lega non è stata la vittoria del Pd, ma del presidente che con la formula allargata della maggioranza dalla sinistra radicale all’Udc, passando tra gli ostacoli dell’Italia dei valori ha dimostrato di essere l’unico leader della sinistra che ha vinto, insieme a Vendola in Puglia.

Deve riprendere la guida almeno ideologica del Pd ligure perché è il solo che ne ha la forza, riuscendo a interpretare da un lato i valori della tradizione post-comunista, dall’altro le spinte di chi vuole un rinnovamento non solo delle persone (e qui Burlando non avrebbe molte chance) ma delle idee e delle formule.

Ritornare alla guida del Pd non significa necessariamente occupare ruoli gerarchicamente costituiti, ma esserne l’ispiratore e il suggeritore, anche restando chiuso nel suo ufficio di piazza De Ferrari.

E’ inoltre più ligure dell’unico leader di centro destra, Claudio Scajola, che ancora una volta ha dimostrato una forza imbattibile ma solo nel ponente.

Marta Vincenzi avrà molto bisogno di Burlando in questi due anni di dura campagna elettorale: senza il suo appoggio la riconferma a Tursi diventerebbe ancora più difficile.

Ma è il Pd nazionale, quello di Bersani per intenderci che non potrà fare a meno del governatore ligure. In prospettiva per Burlando possono aprirsi nuovi, importanti ruoli.