Politica

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Speriamo, come liguri, che le ombre che si sono addensate sull’operato del ministro Claudio Scajola si dissolvano rapidamente. Speriamo che il ministro dimostri senza perdere tempo che i novecento mila euro in assegni circolari non erano per pagare il resto dell’appartamento al Colosseo di sua proprietà. Speriamo che non venga tirato dentro la fogna delle grandi opere del G8, nel giro maleodorante dei gran commis non soddisfatti dei denari che già guadagnavano per il loro ruolo e di quel costruttore dal primaverile nome di un fiore ma che l’unico profumo che conosceva era quello dei soldi sporchi. Perché sia così, il ministro deve chiarire tutto e dimostrare che l’appartamento (non è un attico ma si rivela essere un ammezzato, senza vista sul Colosseo e senza balconi) è stato davvero pagato 610 mila euro e non un milione e mezzo. E, forse, fare un passo indietro e attendere gli esiti non sarebbe una azione sbagliata.

Se così non fosse, se per caso dovesse lasciare il governo, per la Liguria sarebbe un nuovo problema: i liguri non avrebbero nemmeno un ministro a rappresentarli, ad eccezione del sottosegretario leghista Francesco Belsito. Non è quasi mai successo nella storia passata, sia con governi di centro destra che di centro sinistra. Liguria uguale regione piccola uguale pochi ministri o sottosegretari. La nostra regione conta politicamente come il due di picche. Con il centro sinistra al governo, poi, non contava quasi nulla: l’ultimo ministro di centro sinistra che ha avuto è stato Claudio Burlando, ai Trasporti. Almeno con il centro destra il ruolo di Scajola era sempre stato riconosciuto.

Avere un ministro serve: vuol dire avere un ligure dentro il governo, a proporre e a vigilare che la regione più meridionale del nord non venga dimenticata del tutto. Purtroppo anche i nostri parlamentari non hanno ruoli chiave. Insomma il “tasso di potere” della Liguria scende a livelli bassissimi, salvato solo dalla qualificata presenza nelle alte gerarchie della Chiesa con i cardinali Bertone e Bagnasco. Questa scarsità di ruolo può essere recuperata solo in una maniera, legandosi strettamente con le regioni del Nordovest, Piemonte e Lombardia, senza freni ideologici (sono due regioni di centrodestra). Burlando e la Vincenzi devono assolutamente giocare questa carta, anche se non è facile.