Politica

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La giunta c’è ed è fatta a sua immagine e somiglianza. Cioè a immagine e somiglianza del presidente Claudio Burlando. Quando una settimana fa Stefano Rolli aveva tracciato sulla prima pagina del Secolo XIX, con la sua matita parlante, una vignetta che ritraeva i nuovi assessori uomini, donne, barbuti o calvi, con le trecce o biondi, ma tutti con la faccia del presidente, aveva visto giusto.

Il governo della Liguria ha volti che provengono da tutta la regione, da Ventimiglia a Sarzana, con tessere diverse ed equilibri da farmacista, ma il segno è inequivocabile: o sono cloni di Burlando o lo stesso presidente si è tenuto le deleghe strategiche. Due per tutte: quelle dei porti e della logistica. E ha fatto bene, almeno su questi settori può stare tranquillo perché li governa lui direttamente dalla sua scrivanie. Ma il dna burlandiano si rivela anche nelle cellule della Sanità appartenenti al fedelissimo Claudio Montaldo, vecchio compagno del Pci, di quelli che rispettano patti, legami e storie antiche. O in quelle dell’assessore ai trasporti, Enrico Vesco, che il presidente ha fatto crescere facendone un ottimo lavoratore dell’amministrazione e sicuramente in quelle sarzanesi di Renzo Guccinelli.

Il nuovo assessore al turismo, Angelo Berlangeri, lo aveva scelto già un anno fa, ipotecando la strategica poltrona che era stata piuttosto maltrattata in questo quinquennio. Pippo Rossetti al bilancio, con un occhio anche alla formazione è una invenzione, ma potrebbe essere una scelta azzeccata perché l’ex presidente del Chiossone è politico pacato e ma soprattutto una gran persona di cui ci si può fidare. E di questi tempi questa caratteristica vale oro.

Fatta la giunta poi ci sarà di rammendare il partito per prepararlo alle elezioni di Savona, primo appuntamento, in vista delle battaglia finale, quella di Palazzo Tursi, una corsa in salita da organizzare subito senza perdere tempo.