Politica

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La parola d’ordine è ridimensionare. Il Pdl genovese e ligure sceglie la linea morbida per giustificare l’uscita di scena di Walter Bertini da vicecoordinatore metropolitano. Ma anche se nel comunicato ufficiale di Bertini si fa riferimento a motivazioni personali, è evidente che la scelta non è frutto di una notte insonne, ma di un malessere relativo a come è gestito oggi il partito a Genova e in Liguria. Il suo gesto ha scoperchiato il cosiddetto “vaso di pandora”. E anche se il coordinatore metropolitano Gianfranco Gadolla ribadisce “Bertini se n’è andato per questioni personali”, è sotto l’occhio di tutti lo scontro che da tempo c’è tra lui e un altro suo vice, Roberto Cassinelli, interpreti di due aree diverse, uno ex An, l’altro liberale ex Forza Italia. “Abbiamo certamente visioni diverse – ammette Cassinelli – talvolta ci confrontiamo, altre ci scontriamo, ma lavoriamo per il bene del partito”. Altro scontro strisciante, evidente a tutti, quello in atto da mesi tra il coordinatore regionale Michele Scandroglio e Pierluigi Vinai, entrambi fedelissimi di Claudio Scajola, ma con vedute ben diverse su come gestire il partito. E poi il progetto di rilancio di Genova, affidato al “vecchio saggio” Alfredo Biondi, in vista delle elezioni del 2012, che fien ha fatto? A quanto pare non se ne parla più, tanto che anche Enrico Musso potrebbe pensare di mollare la presa sulla sua candidatura. Cerca di smarcarsi Sandro Biasotti che lancia un appello a tutti: “E’ un momento di preoccupazione – dice – ma dobbiamo stare uniti, calmi e tranquilli. Non c’è urgenza”. Ma per molti si fa sentire la mancanza del grande assente, Claudio Scajola che, per ora, ha ben altro a cui pensare. (Davide Lentini)