Cronaca

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"Appena riusciti a entrare in obitorio dopo insistenze, nostro figlio aveva solo il volto scoperto, tutto nero, con un occhio fuori e la mascella rotta, massacrato dalle guardie carcerarie. La polizia ci stava intorno per paura che facessimo foto. Ma vogliamo giustizia". E' stato questo oggi pomeriggio a Genova il racconto dei genitori di Stefano Cucchi, Rita e Gianni, sulla morte di loro figlio il 22 ottobre 2009 a Roma, all'ospedale Sandro Pertini, ricoverato in emergenza dopo alcuni giorni di detenzione per possesso di droga nel carcere di Regina Coeli. I genitori di Stefano Cucchi hanno partecipato all'incontro "Vittime di Stato, quale giustizia?" organizzato dal Comitato Piazza Carlo Giuliani nel nono anniversario dal G8 di Genova del 2001 insieme a parenti e amici dei morti in carcere o in caserma: Giuseppe Uva, Stefano Frapporti e Giuseppe Bianzino. "Stefano non c'é più - ha detto Gianni Cucchi -; lo Stato italiano lo ha strappato alla sua famiglia, negandogli il diritto a essere trattato dignitosamente, a essere assistito legalmente, a essere assistito psicologicamente, dal punto di vista affettivo, religioso e medico. Tutti diritti negati". "Il 15 luglio si è svolta l'udienza preliminare - ha concluso Gianni Cucchi -, tredici persone sono indagate: tre guardie carcerarie, sei medici, tre infermieri e un funzionario del Ministero della Sanità. Il 5, 19 e 26 ottobre prossimo le prime udienze. Noi andremo avanti per Stefano".