Cronaca

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Era incastrato a testa in giù all' interno del sifone della grotta, a circa 7 metri di profondità, il corpo del sub Angelo Ferrari, di 17 anni, morto ieri insieme al padre nell'anfratto di San Giorgio a Portofino. A recuperare il ragazzo è stata alle 7.30 di stamani una squadra del gruppo sommozzatori dei Vigili del Fuoco della Spezia. Il sub istruttore che li accompagnava, Alessandro P., un poliziotto di Milano che si era preso alcune settimane di pausa per immergersi in riviera, è riuscito invece a salvarsi uscendo all'estremità opposta della grotta, dove un sifone alto una decina di metri conduce all'aperto, ma ha dovuto compiere una operazione molto difficile: "Il sifone - ha spiegato oggi il caposquadra dei vigili della Spezia - è situato diversi metri all'interno della grotta. Ha la forma di un imbuto rovesciato, é alto una decina di metri e spunta all'aperto tra le rocce. Ieri, a causa del mare mosso, si era creato l' effetto spumante, con l'onda che sparava l'acqua verso l'alto. L'uscita è stretta e l'istruttore per attraversarlo ha dovuto togliersi le bombole e il resto dell'attrezzatura". Una operazione che non è riuscita agli altri due sub, meno esperti e, probabilmente, colpiti da una crisi di panico che ha impedito loro di agire con ludicità.