Cronaca

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C'è un nuovo allarme a Genova e si chiama sifilide: 300 nuovi casi dall'inizio dell'anno, quasi il doppio dei malati di Hiv: tre nuove diagnosi alla settimana, 150 casi all'anno. Per questo è già in programma, nei prossimi giorni, un incontro tra il direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino, Claudio Viscoli, e l'assessore alle politiche sociali del Comune, Roberta Papi. L'allarme ha preso forma in modo graduale ma i pronto soccorso cittadini hanno già ricevuto istruzioni dai centri specializzati in questo genere di patologie sessualmente trasmissibili. Le indicazioni sono di tenere sotto controllo i sintomi per una diagnosi precoce. La circolare divulgata dagli infettivologi conferma l'aumento dei casi. "La situazione è come la tubercolosi, il suo ritorno è frutto di un'attenzione calata - spiega Giancarlo Icardi, epidemiologo dell'Università di Genova - Dal 2007 abbiamo iniziato a registrare nuovi casi: è come se si fosse abbassata la guardia favorendo il diffondersi di malattia sessualmente trasmissibili cadute nel dimenticatoio". Ma è una tendenza nazionale, confermata dai genovesi. L'infezione viene curata con antibiotico. Ma la dignosi della sifilide non è semplice, considerato che il contagio può non produrre sintomi per molto tempo. La sifilide è causata dal batterio "treponema pallidum" che si manifesta da una a 12 settimane dopo rapporti sessuali con un partner infetto, generalmente con una lesione nella zona genitale. E' questo il primo stadio della malattia, cui seguono talvolta macchie sulla pelle e disturbi simili all'influenza. E l'infezione, se non viene trattata con antibiotici, rimane attiva anche quando scompaiono i sintomi. E in stato avanzato porta a una diffusione dell'infezione alle ossa, articolazioni, apparato cardiovascolare e sistema nervoso centrale, con la comparsa di danni al cervello e cecità.