Cronaca

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La notte della vergogna impone due sottolineature. La prima: bravi poliziotti e carabinieri di Genova che, senza perdere la testa come era comprensibile di fronte a questi delinquenti nazionalisti serbi, sono riusciti a non far devastare la città con rischi pesantissimi per la gente, le famiglie e i bambini. Una carica in piazza De Ferrari avrebbe scatenato il finimondo, visto che il ministero dell’Interno aveva fatto entrare senza problemi nel nostro Paese seicento teppisti. Bravi a non aver usato idranti o peggio allo stadio: c’era in ballo la sicurezza di altre centinaia di serbi e migliaia di italiani che volevano godersi una partita in serenità. Non abbiamo parole per i servizi del ministero dell’Interno. E’ incredibile come i servizi di prevenzione abbiamo fatto cilecca, come ci siano state così tante falle. Dal ministro Maroni nemmeno una risposta. La guerriglia di Genova, che ha richiamato le immagini delle devastazione dei black bloc durante il G8 di dieci anni fa, è un fatto nazionale e internazionale e il governo italiano è obbligato a risponderne e a prendere i provvedimenti, ricercando le responsabilità di chi ha fallito nella prevenzione. Infine il servizio di controllo all’ingresso dello stadio di Marassi che ha pensato fosse più pericoloso un ragazzino di 14 anni con una felpa della Samp, piuttosto che un seguace di Arkan con il tronchesino in tasca.