Cronaca

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Franco Bonanini rompe il silenzio: l'ex presidente del parco nazionale delle Cinque Terre, arrestato il 28 settembre e ancora ai domiciliari con accuse che vanno dalla truffa al falso ideologico, ha inviato al tribunale una memoria difensiva, tramite il nuovo avvocato Carlo Di Bugno. Nella lettera, Bonanini obietta sulle ragioni della sua prigionia: ritiene di non poter costituire un pericolo, e di non poter più inquinare alcuna prova, avendo rimesso ogni incarico. Contesta poi il reato di calunnia nei confronti del commissario di polizia giudiziaria Andrea Mozzachiodi, da lui attaccato con esposti anonimi. Spiega che il suo solo fine era quello di convincere i Pm ad indagare sul poliziotto. Precisa inoltre di non aver firmato gli esposti su consiglio del procuratore Massimo Scirocco, certo che "la sua autorevolezza" fosse indice della bontà del consiglio. Cita a testimonianza anche il maresciallo dei carabinieri Paolo Fiasella, all'epoca in servizio a Riomaggiore. Come emerge dalle intercettazioni, il militare stesso sapeva che l'esposto che stava per consegnare personalmente a Scirocco era opera di Bonanini. "Ho perso la testa - scrive - ma non ho avuto una condotta priva di senso: tutti sapevano che il sasso tirato, partiva dalla mia mano".