Politica

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Pur non discutendo l'importanza della conoscenza dell'italiano per l'integrazione dei migranti l'assessore regionale all'Immigrazione Enrico Vesco sottolinea come il provvedimento entrato in vigore che subordina l'accesso degli stranieri che faranno domanda per il permesso di lunga durata, al superamento di un test di lingua italiana, "avrà soprattutto l'effetto aggiungere nuove scartoffie ad intasare gli uffici".  "Come ha notato Fernanda Contri, presidente emerito della Corte Costituzionale - continua Vesco - l'assenza di un test identico in tutta Italia caricherà di ulteriore lavoro tutte quelle associazioni, patronati e sindacati che aiutano i migranti a orientarsi e ad affrontare il complesso mondo della burocrazia italiana. Basti pensare alla procedura informatica prevista, che non tutti i cittadini migranti sono nelle condizioni di utilizzare". "Ma al di là dei problemi tecnici la questione è ancora una volta politica e di visione strategica - conclude l'assessore -. Il bisogno di controllare ossessivamente i cittadini stranieri li ostacola sempre di più rendendo più difficile l'acquisizione di diritti".