Il direttore del dipartimento di salute mentale della Asl 3, Luigi Ferrannini, non risponde, si nasconde alle telecamere, manda avanti le sue truppe camellate. E già, è difficile venire a spiegare in televisione che cosa è successo nella Asl 3 dopo che un uomo, affetto da un gravissimo problema psichico, ha sgozzato il patrigno, tentato di far fare la stessa fine alla madre e a sé stesso. E’ difficile venire ad ammettere le falle di questo servizio, se si pensa che l’omicida era stato appena visitato da uno psichiatra che, a quanto si sa dai giornali, lo aveva trovato abbastanza tranquillo nonostante la sua grave psicosi di tipo schizofrenico.
Il dottor Ferrannini non spiega come mai tanti vicini dell’assassino a telecamere spente dicano che l’assistenza era carente. E che non sia stata efficiente , purtroppo, lo si è visto a suon di fendenti mortali.
Sarà opportuno che , almeno il direttore generale della Asl 3 cerchi di farsi spiegare dal dottor Ferrannini come sono andati i fatti e come mai, in questo momento certo non roseo per la sanità genovese, già assillata da disservizi, code interminabili, eccesso di burocrazia che si abbatte sui pazienti-vittime, liste d’attesa eterne e invece fughe in altre regioni dove evidentemente la salute è trattata diversamente, sia potuta accadere una simile tragedia.
IL COMMENTO
La Genova che si spegne e quella che si accende
Come si controllano le acque superficiali in Liguria