Cronaca

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Nel garage di casa sua ha preso l’involucro di una penna biro, l’ha riempito di sostanza esplosiva e di un pallino, realizzato uno stoppino con un fazzoletto di carta, indossato per precauzione un paio di guanti di pelle e acceso la miccia. Così facendo si è però ritrovato all’ospedale di Savona con l’indice della mano destra amputato. L’episodio che ha visto coinvolto un sedicenne genovese e che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, risale a qualche settimana fa. Da lì sono partite le indagini dei carabinieri che hanno portato all’identificazione di chi aveva fornito alla vittima il materiale esplodente: un suo coetaneo con la passione per la chimica. La sostanza che ha determinato l’esplosione, chiamata TATP o perossido di acetone, la si può sintetizzare artificialmente ma è un tipo di esplosivo che non viene utilizzato neanche a scopo professionale perché altamente instabile. I due giovani, compagni di scuola in un liceo del centro di Genova, sono entrambi lontanissimi dalla tipologia dell’adolescente difficile o turbolento, avendo anzi un elevato profilo scolastico. Dunque solo un gioco, senza secondi fini di tipo vandalico, finito male ma che poteva finire anche peggio. Nella stanza del ‘piccolo chimico’, chiamiamolo così, i carabinieri hanno trovato una notevole quantità di sostanze, ciascuna di per sé non pericolosa ma che mischiate insieme possono avere effetti considerevoli. I due sono stati denunciati per fabbricazione e detenzione di sostanza esplodenti.