Cronaca

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“Egregio avvocato sento che sia arrivato per me il momento di scrivere una lettera ai parenti delle vittime, ma non avendone l’indirizzo dell’abitazione ecco che sono costretto a rivolgermi a lei chiedendole cortesemente di fornirmelo. Volevo ugualmente informarla che a breve, ma non a brevissimo, sarò anche in condizione di versare loro un primo acconto del risarcimento totale. Colgo questa occasione per augurare a lei unitamente alla sua famiglia Buon Natale e serene festività. Distintitamente la saluto”. E’ il 19 dicembre 2010 e il serial killer Donato Bilancia dopo un lungo silenzio riappare sulla scena dal carcere di Padova dove è detenuto per 13 ergastoli con una lettera spedita all’avvocato Alessandro Vaccaro che come parte civile ha assistito le famiglie di Maurizio Parenti e Carla Scotto la coppia di sposini uccisi da Bilancia nella loro abitazione di piazza Cavour nel centro di Genova il 27 ottobre del ’97.  Dieci righe scritte in un italiano corretto e con una calligrafia fluente per cercare un contatto, lui che vive in cella da solo, per cercare un contatto con quel legale che aveva sostenuto la presenza di complici nel delitto degli sposini andando contro il pm Zucca e con il quale aveva già avuto una fitta corrispondenza in passato. Dieci righe non solo per chiedere improbabili scuse, ma soprattutto per ventilare un  clamoroso risarcimento alle vittime. Bilancia non ottiene risposta e allora dopo una lettera analoga inviata poco dopo,  il 25 gennaio rincara la dose sempre all’avvocato Vaccaro.  Stavolta la lettera, una raccomandata con ricevuta di ritorno per avere la certezza che sia stata recapitata, è lunga 23 righe e nel ribadire la ricerca di un contatto con le famiglie delle sue 17 vittime per un, scrive, “primo acconto del risarcimento stabilito dal tribunale” Bilancia ventila a Vaccaro “Se non si renderà disponibile alla sua richiesta, di “avvertire il magistrato consegnandogli fotocopia di questa e della precedente lettera”. Poi però conclude salutandolo “molto distintamente”.  Contraddizioni in termini, tentativi estremi di recuperare visibilità parlando di inverosimili risarcimenti lui che dal 16 ottobre 1997 e il 21 aprile 1998 uccide ben 17 persone tra Liguria e Piemonte conoscenti, gente comune, prostitute, guardie giurate, lui che mai si pente e che cerca di passare per pazzo, ma che anche con queste lettere testimonia la sua spietata lucidità.